Fi: “L’amministrazione uccide la storia di Teverola”

di Redazione

Istituto delle ‘Figlie di Nostra Signora del Sacro Cuore di Gesù’TEVEROLA. Sull’abbattimento dello storico Istituto delle ‘Figlie di Nostra Signora del Sacro Cuore di Gesù’, sito in via Roma, esprime tutto il proprio disappunto la sezione cittadina di Forza Italia.

“Esistono mille modi per un popolo di perdersi, di non riconoscersi più nel proprio territorio, nella propria storia. A Teverola, l’attuale Amministrazione Comunale, dopo aver distrutto la tradizione artigianale e commerciale della nostra comunità, seguendo la chimera dello sviluppo tramite centri commerciali che, uno dopo l’altro, si avviano alla crisi, consente la distruzione di un altro pezzo della nostra memoria storica: l’Istituto delle ‘Figlie di Nostra Signora del Sacro Cuore di Gesù’, che dal lontano 1938 insediatosi in Via Roma ha sempre costituito un centro di aggregazione, uno degli ultimi per la popolazione locale.

Chi nativo di Teverola e ha più di venti anni non può rimanere insensibile di fronte all’ultimo scempio compiuto ai danni della nostra identità ed alla perdita di uno di quei simboli della carità cristiana che si è nel tempo unito ad un servizio sociale, voltando le spalle ai ricordi della propria giovinezza: tanti giovani e meno giovani teverolesi hanno trascorso gli anni della scuola materna in quella struttura. Né si possono ignorare le altre fondamentali funzioni che il complesso svolgeva, spesso sostituendosi alla carenza pubblica nelle attività di assistenza all’infanzia (il complesso era anche orfanotrofio) ed educative (con l’istituzione di una sorta di collegio femminile). Nel tempo l’Istituto ha però potuto continuare le proprie attività sociali anche grazie alle pubbliche provvidenze delle amministrazioni comunali democristiane fino agli inizi degli anni Novanta e che sono proseguite per un breve periodo agli inizi degli anni duemila grazie anche all’Amministrazione Provinciale. La chiusura degli orfanotrofi a livello nazionale ha segnato la decadenza dell’Istituto, causando così la chiusura di tutte le attività meno quelle ecclesiastiche.

Purtroppo oggi, e dispiace esserne testimoni,per le tre suore che ancora occupano il complesso (e pensare che in origine erano decine!), sembra che non ci siano più prospettive: con la vendita di una parte del complesso ad una società di costruzioni e con un permesso a costruire richiesto dalla Madre Generale per ‘manutenzione straordinaria, restauro, risanamento conservativo’ si cerca di costruire al posto dell’attuale complesso monasteriale tantissimi mini appartamenti privati (gli ennesimi), in una zona (Via Roma e vicoli laterali) che dovrebbe godere ancora del vincolo di Centro Storico, essendo ancora in vigore il Piano di Fabbricazione, ed avendo il complesso monasteriale una destinazione d’uso definita. Come si vede da mesi, per chi abita lì o si trova a passare, c’è un via vai di camion e lavori a porte chiuse senza nemmeno l’ombra di una tabella obbligatoria con inizio e specifica dei lavori a farsi e così tra non molto si arriverà alla scomparsa dell’intero complesso monasteriale. Il tutto – manco a dirlo – con il nemmeno celato consenso dell’attuale Amministrazione Comunale, che non ha saputo gestire questo ultimo (in ordine di tempo) scempio perpetrato ai danni della nostra comunità: è possibile sopprimere in questo modo la memoria storica della nostra città senza alcun interessamento della Giunta Comunale? Anzi, gli Amministratori di sinistra, tramite la longa manus dell’ufficio tecnico con il rilascio di concessioni edilizie ‘selvagge’ (quando ci sono) o con la ‘balla’ delle manutenzioni straordinarie, risanamento conservativo, continua a far abbattere e ricostruire in Via Roma, segnando in negativo così profondamente il territorio.

Il tutto poi è avvenuto senza che neanche le autorità ecclesiastiche abbiano sollevato la minima perplessità, trincerandosi dietro al fatto che a decidere è solo la Madre Generale che sta a Roma, ma che pare sia nativa di un paese nostro vicino, la quale da una parte piange miseria e dall’altra appalta lavori. Si tenga anche presente che negli ultimi anni il centro monasteriale ospitava i raduni dell’Azione Cattolica (un’altra associazione completamente assente sul problema), con l’organizzazione del campo scuola! Colpisce poi anche l’indifferenza dei due onorevoli del Pd locali, i quali, impegnati a fare la spola con Napoli e Roma, occupati a discettare sui quotidiani dei tanti problemi regionali e nazionali, e a concertare per comporre liste amministrative alternative, non si accorgono di quello che sta succedendo nel proprio paese. Mentre in tutta Italia si investono ‘milioni di euro’ per il recupero di questo o quel monumento, per il rilancio del più sperduto angolo del Bel Paese, a Teverola il vento di vero rinnovamento che l’attuale Governo Centrale prova a far soffiare si scontra con l’apatia dei rappresentanti istituzionali e l’incapacità degli organi comunali, che invece di conservare e restaurare consentono di abbattere per poi costruire nuovi mostri.

L’ultimo decennio di cattiva amministrazione della cosa pubblica ha portato gli abitanti di Teverola alla disaffezione alle battaglie civile che ognuno di noi è chiamato a compiere per salvaguardare gli interessi comuni anche per quelli che ‘verranno’.

Forza Italia verso il Popolo della Libertà non è e non può essere al corrente di tutti i risvolti oscuri della vicenda, ma non può non chiedersi perché si è ancora sacrificato il bene comune se altre soluzioni erano a portata di mano. Non è possibile che in una città in cui il sindaco e l’Amministrazione Comunale con il consenso di qualche Associazione ‘amica’ intende acquistare la fatiscente struttura dell’ex Mulino Chirico a suon di milioni di euro per un non meglio specificato progetto di verde pubblico, gli stessi non intravedono la possibilità e l’opportunità di acquistare a minor prezzo il complesso monasteriale che è un pezzo di storia di Teverola. Il complesso, con un sano ed oculato progetto conservativo, poteva e può ancora essere trasformato in un Centro Comunale Polivalente (Auditorium, Biblioteca, Ludoteca, spazio per giovani ed anziani, verde pubblico attrezzato) disponibile al centro della città. È l’ennesimo smacco del vivere civile a Teverola, l’ennesima mortificazione della parte sana di Teverola e non ancora assoggettata ai poteri forti.

È l’ennesima dimostrazione della mancanza di lungimiranza di una Amministrazione che ci ammorba da circa tredici anni, che ‘gestisce’ clientelarmente l’edilizia privata e spudoratamente la finanza comunale ignorando sistematicamente il corretto intervento pubblico per la salvaguardia e la conservazione degli unici complessi che possiamo definire “pubblici”: Palazzo Caraffa in Via Garibaldi ed il Complesso Monasteriale in Via Roma. Così l’Amministrazione Comunale condanna giovani e pensionati ad aggregarsi lungo le strade e nei bar piuttosto che promuovere e favorire interventi istituzionali a sfondo culturale e sociale”.

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