Si spacca il Pd di Sant’Arpino

di Redazione

Walter VeltroniSANT’ARPINO. I componenti del direttivo del Partito Democratico di Sant’Arpino, nelle persone di Elpidio Capasso, Anna Cicatiello, Antonietta D’Agostino, Gioacchino Legnante, Angela Lettera ed Elpidio Nasti, …

… con una nota inviata, tra gli altri, al segretario nazionale del Pd Veltroni, al segretario regionale Iannuzzi, al segretario provinciale Iodice, al presidente dell’assemblea locale Giuseppe Savoia e al componente dell’esecutivo provinciale Iavarone, esprimono il loro forte disappunto per “le metodologie vecchie con cui si sta gestendo nella comunità atellana la nascita del Pd”.

Qui di seguito il testo integrale della missiva-documento politico: “La costruzione del Partito Democratico della Provincia di Caserta ha portato con sé varie difficoltà politiche di convivenza tra le anime del Partito, che hanno, in questa fase, sempre privilegiato il senso di ‘vecchia provenienza’, rispetto a quello di ‘nuova appartenenza’. Solo un delicato lavoro,diremmo certosino, e di reciproco riconoscimento di ruoli, ha portato alla brillante soluzione della nomina della Segreteria casertana. Questo metodo, dell’abbandono delle vecchie logiche di scontro privilegiando, all’opposto, il dialogo e la partecipazione ad ogni livello e grado di responsabilità, in una giusta visione di crescita del Partito, a Sant’Arpino, non ha allignato. Antiche logiche di privilegio e di accaparramento dei ruoli chiave del potere interno al Pd, non hanno abbandonato alcuni dirigenti, i quali ritengono, solo perché hanno assunto nel recente passato ruoli di gestione della cosa pubblica, di essere gli unici depositari del diritto di scegliere la dirigenza locale. La corsa alle tessere, viste come cedole di una società per azioni e non come desiderio di partecipazione alla costruzione di un progetto politico e la esclusione della base degli iscritti dalla condivisione della nomina del coordinatore cittadino, con un’ ampia e serena discussione, dimostrano che remote malattie di letale protagonismo personale non sono mai state dimenticate. La ‘sindrome da Sindacato’, affezione seria che colpisce tutti coloro i quali abbiano svolto la funzione di primo cittadino nei piccoli centri come il nostro, secondo la quale si resta condottieri in carica a vita della vita politica locale, ha colpito qualcuno che sembra dimenticarsi che tali atteggiamenti assolutistici hanno condotto, nel nostro comune, il Pd alla grave sconfitta elettorale amministrativa del 2008. E quando non si riesce ad imparare nulla dalle proprie esperienze, ciò è segnale di una preoccupante funzione di freno a tutto ciò che è novità e libera iniziativa nella nostra città. Solo così si può spiegare l’esclusione totale dalla condivisione delle scelte della linea politica,alla base della indicazione del Coordinatore cittadino: quando infatti, ci siamo ‘permessi’ di discutere sul ‘metodo’ (mai lo avremmo fatto sui nomi) e sui criteri per addivenire alla indicazione di una figura rappresentativa di tutte le anime del Partito, ci siamo sentiti rispondere dal Presidente dell’Assemblea: ‘Venite alla riunione a saprete chi è il Coordinatore’ (sic!). E’ lo stesso ordine del giorno della convocazione del coordinamento, mentre nella premessa parla di ‘ampio confronto e discussione per la riorganizzazione del Partito’, poi enumera: Introduzione del Presidente dell’Assemblea (ex Sindaco); Nomina del Coordinatore; Campagna tesseramento 20082009 (!); Varie ed eventuali. Ora, a meno che non si voglia ridurre l’ ‘ampio confronto e discussione per la riorganizzazione del Partito’ alle varie ed eventuali, è evidente che siamo presenti a decisioni già assunte eo al massimo da ratificare. A questo si è già ridotto il Pd? Noi manifestiamo la nostra grande sofferenza ad identificarci con questi metodi, portati avanti da chi (per questi stessi metodi) è stato già sonoramente bastonato alle elezioni, e con la stessa sofferenza dichiariamo, permanendo questo stato di cose, e senza intervento alcuno da parte degli amici con responsabilità Provinciale, Regionale e Nazionale di ‘autosospenderci’ dal Partito, in attesa di un necessario chiarimento interno, a cui noi aspiriamo. Certo, nella loro poca lungimiranza, molti si fregheranno le mani contenti per la nostra eventuale decisione di autosospensione, ma essi non si accorgono che,per il proprio desiderio di vincere piccole, piccolissime battaglie, si ritroveranno presto a giungere disarmati ai grandi impegni, regionali ed europei che ci aspettano “ tutti insieme” come Partito Democratico”.

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