Co.Di., progetti e strumenti in difesa dei bambini

di Redazione

SANT’ARPINO. “In una società civile un Comitato per i diritti dell’infanzia non dovrebbe nemmeno esistere” – hanno dichiarato Santina Dell’Aversana, pedagogista e coordinatrice del Co.D.I. e il Presidente Ernesto Capasso, in occasione della serata finale di Estate ragazzi dello scorso 5 settembre.

“Ma i bambini rappresentano il nostro futuro e i loro diritti vanno tutelati sempre e comunque: gli adulti, le Istituzioni, la famiglia non si possono distrarre! L’essenza del Co.D.I. parte da un impegno antico verso le problematiche riguardanti i bambini e gli adolescenti e il comitato nasce con l’intento di affrontare questi problemi e di risolverli attraverso strumenti adeguati che rispettino i loro bisogni e le loro aspettative. E’ questo l’impegno che abbiamo preso e sono tre i principali obiettivi che il Co.D.I. si propone di raggiungere: programmare attività con tutte le istituzioni presenti sul territorio per tutelare i diritti dei minori (scuole, parrocchie, Asl, Unicef, amministrazione comunale, il Direttore Generale della Pubblica Istruzione della Regione Campania, di cui la Coordinatrice è la referente all’interno del Co.D.I.), promuovere l’agio, sviluppare il senso di appartenenza alla propria comunità”.

Riguardo al primo obiettivo i vertici del Co.D.I. hanno chiarito che “Il coordinamento tra le istituzioni locali e le agenzie educative, seduti ad uno stesso tavolo, è fondamentale perché, non solo consente un risparmio di risorse umane ed economiche, ma permette di realizzare progetti importanti, costruttivi, condivisi. L’idea di fondo è che l’educazione non è più proprietà privata della famiglia e della scuola ma patrimonio della città. Condivisione e partecipazione diventano fondamentali e, per la prima volta, si parla di educazione partecipata. E’ indubbiamente un compito molto difficile perché gli adulti, convinti di pensare ai bambini e al loro benessere, spesso corrono il rischio di sostituirsi a loro imponendo le proprie idee: difficoltà che può essere superata attraverso l’ascolto attivo dei bisogni e dei desideri dei bambini e degli adolescenti. Noi siamo convinti che i progetti non vanno somministrati come una medicina: i percorsi formativi che riguardano i bambini non hanno futuro se si tracciano e si costruiscono sostituendosi a loro. Ci siamo, dunque, preoccupati da sempre di realizzare un percorso comune; di sviluppare una comunicazione tra genitori, tra genitori e figli, tra questi ultimi e le istituzioni, tra le istituzioni stesse. I bambini sono coloro che ci stimolano con le loro provocazioni, che ci mettono in crisi con le loro domande, i loro dubbi, le loro difficoltà; che ci aiutano a crescere in uno scambio continuo di esperienze e conoscenze, ed è a loro che dobbiamo dedicare i nostri sforzi e le nostre energie, il nostro impegno culturale e sociale”.

Riguardo al secondo obiettivo si puntualizza che “il disagio va curato alla radice individuandone le cause, comprendendo i bisogni e le aspettative di chi vive il disagio, proponendo a loro e con loro, un modello positivo possibile che permetta di affrontare i problemi inerenti il disagio, e non continuare solo a parlarne tra esperti e mille tavole rotonde. La promozione dell’agio diventa possibile solo se si accorciano le distanze tra le istituzioni e i bambini, tra le istituzioni e le famiglie, tra le istituzioni e le periferie: “stare bene” nel proprio paese e nella propria famiglia, è la condizione fondamentale per prevenire il disagio giovanile. Infine – sottolinea la Coordinatrice del Co.D.I. Dell’Aversana – il senso di appartenenza è fondamentale: sentirsi veramente parte delle attività che si svolgono, permette di avere la consapevolezza di aver scelto quello che si sta facendo. La pedagogia situazionale insegna tanto su quanto sia fondamentale – per apprendere e crescere in modo consapevole – conoscere la situazione da cui si parte,entrarci dentro per trarne le risorse e trasformarla”.

Il presidente Capasso e Santina Dell’Aversana hanno concluso sottolineando che “il Co.D.I., grazie a tutti quelli che ci hanno lavorato e ci lavorano adesso, è diventato modello di progettualità concreta, operativa, di esempio per alcune scuole e paesi del territorio. Esso si può ritenere senza dubbio il primo “contratto pedagogico” condiviso da istituzioni, scuole, associazioni, con cui tutti si sono impegnati senza riserve e in maniera responsabile, a costruire una città “amica dei bambini e degli adolescenti”.

A questo proposito il Garante dell’infanzia della Regione Campania, il dottor Gennaro Imperatore, si è congratulato con il direttivo e lo staff tecnico del CO.D.I. mettendo in evidenza che Sant’Arpino è il primo paese in cui un progetto così importante è diventato realtà. Ha, inoltre, rinnovato la sua totale disponibilità ad instaurare un rapporto continuo e costante di collaborazione mirato a svolgere attività sempre più importanti per i bambini e gli adolescenti. A questo proposito, lo stesso Imperatore si è fatto promotore di un tavolo di confronto con il garante dei diritti dell’infanzia, la Regione Campania, il Co.D.I. e la commissione pari opportunità, che presto sarà realizzato.

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