Celiento (Pd): “Calatia, a quando la votazione per lo scioglimento”

di Redazione

municipio San Nicola la StradaSAN NICOLA LA STRADA. Il sindaco di Maddaloni Michele Farina, dopo aver perso di nuovo il braccio di ferro con la piazza ed aver convocato il consiglio comunale sull’eventuale scioglimento dell’Unione dei Comuni “Calatia”,…

…ha incassato l’aiuto di un consigliere dell’opposizione che ha fatto si che il consorzio rimanga ancora in piedi creando ulteriori disagi alla collettività, costretta a pagare somme esose per un servizio assolutamente carente se non addirittura inesistente in alcune zone. “Quando il consiglio comunale di San Nicola La Strada si appresterà a sciogliere Calatia?”, è quanto chiede il capogruppo in consiglio comunale, dottor Giuseppe Celiento. “Da diversi mesi – ha aggiunto – ci era stato detto che l’amministrazione comunale aveva intenzione di sciogliere il consorzio e per questo motivo era stato dato incarico ad un noto avvocato che doveva trovare la via migliore per uscire da “Calatia” senza danni. Che fine ha fatto questa pia intenzione dell’amministrazione?” – ha sottolineato Celiento che fa notare che proprio a causa del consorzio i costi della Tarsu e della Tia sono aumentati vertiginosamente e con un servizio non all’altezza dei costi aggiuntivi che la collettività è costretta a sobbarcarsi. A decidere l’eventuale scioglimento del consorzio intercomunale (formato dai comuni di San Nicola La Strada, San Marco Evangelista e Maddaloni) dovrà essere sempre il consiglio comunale, lo stesso che ne votò la costituzione e che sin dall’inizio ha rappresentato la palla al piedi dei sannicolesi che, prima dell’entrata in campo della “Jacta”, la società che si occupa materialmente della raccolta dei rifiuti, erano soddisfattissimi del servizio affidato alla ditta privata. Ma la messa in liquidazione del consorzio intercomunale, gestore unico dei contestati servizi di igiene urbana da sette milioni di euro all’anno, sembra essere ancora lontana. Il rischio per la maggioranza è non solo politico ma anche e, soprattutto, economico. Chi pagherà i famosi sette milioni all’anno alla Jacta?

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