Milano, sgominato il racket del ‘caro estinto’

di Angela Oliva

obitorioMILANO. Guadagnare sulla morte altrui: era questo il motto dei 41 indagati nell’ambito dell’operazione ‘Caronte’.

Dall’inchiesta condotta dalla Polizia Giudiziaria della Procura di Milano è emerso che infermieri e personale ospedaliero erano d’accordo con gli impresari di pompe funebri per la segnalazione dei decessi. Ogni notizia valeva dai 30 ai 200 euro a seconda se la segnalazione veniva arricchita di particolari come l’indirizzo dei parenti del defunto oppure, gli stessi addetti ai lavori, segnalavano al presenza dei congiunti in ospedale. A questo punto i titolari delle pompe funebri contattavano le famiglie per accaparrarsi il funerale. Questo business fruttava un giro di tangenti tra i 10mila ai 15mila euro al giorno. Tra le persone raggiunte dai provvedimenti cautelari ci sarebbero alcuni componenti della famiglia Cerato, tra i nomi più noti nel settore delle pompe funebri milanesi, titolari dell’impresa ‘SanSiro’. Le strutture sanitarie coinvolte sono otto: il Pio Albergo Trivulzio, l’Ospedale San Carlo, il Sacco, il San Paolo, il Policlinico, il San Giuseppe, la Clinica Santa Rita e l’Ospedale Niguarda. Sempre in ambito funerario, questa mattina, i carabinieri dei Nuclei operativi ecologici hanno compiuto dei controlli nei circa 50 impianti di cremazione in tutta Italia. Gli accertamenti dei Noe hanno portato a vari sequestri e alla denuncia di 45 persone a cui vengono attribuite presunte responsabilità sia per la cremazione delle salme sia per la gestione illecita dei rifiuti derivanti, nonché per inottemperanza alle prescrizione degli atti autorizzativi, mancata compilazione della documentazione di supporto tecnico ed emissioni in atmosfera in assenza di autorizzazione.

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