Delitto Meredith, parlano i legali della Knox

di Angela Oliva

Amanda Knox, Rudy Hermann Guede e Raffaele SollecitoPERUGIA. Nel processo per la morte della studentessa inglese Meredith Kercker, oggi è il giorno dei legali di Amanda Knox , accusata per l’omicidio della sua coinquilina con l’ex fidanzato Raffaele Sollecito e l’ivoriano Rudy Guede.

Gli avvocati Luciano Ghirga e Carlo Dalla Vedova hanno chiesto il proscioglimento per la loro assistita poiché, secondo i legali, revisionando le prove e ricostruendo i fatti non potrebbe essere stata Amanda ad uccidere Mez. Per noi l’omicidio, dopo una lettura completa delle carte, è stata opera di un killer soltanto che ha agito in maniera individuale, senza nessun tipo di sostegno. Solo una persona ha affrontato e ucciso Meredith Kercher. – ha affermato l’avvocato Ghirga – La ragazza è stata uccisa da un unico aggressore che non era Amanda: una persona robusta che ha immobilizzato la vittima in posizione supina bloccandole le gambe, chiudendo le vie aeree e poi giustiziandola con un colpo di coltello”. Nel corso dell’arringa il legale ha anche analizzato la figura di Guede: Rudy non è affidabile come testimone. E abbiamo cercato di dimostrarlo mettendo a confronto in aula le sue dichiarazioni date agli inquirenti nel corso dei mesi passati in carcere. Emergono senza ombra di dubbio contrasti, differenze e cambiamenti in corsa”. Dubbi sono emersi da parte della difesa della Knox anche sulla presunta arma del delitto, sequestrata a casa di Sollecito: “L’arma del delitto non è quel coltello sequestrato a casa di Raffaele Sollecito. Abbiamo cercato di dimostrare che quella lama non era e non è compatibile con il maciullamento (così è stata definita la ferita mortale) riscontrato sul collo della vittima”. Inoltre la televisione americana Nbc ha trasmesso un video presentato dall’avvocato americano difensore della Konx che mostrerebbe alcuni agenti della Polizia Scientifica mentre con gesti sbagliati inquinerebbero le prove presenti nella casa di via della Pergola. L’avvocato Luciano Ghirga ha, però, affermato: Ci abbiamo riso sopra noi, la procura e il giudice Paolo Micheli. Non conosciamo l’avvocato americano che parla e comunque non rappresenta alcuno”.

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