24 ottobre 1922, a Napoli le Camice Nere preparano marcia su Roma

di Redazione

camice nere Accadde Oggi. Circa 60mila camice nere si presentarono a Napoli nella mattinata del 24 ottobre del 1922. Mussolini si divide su due diversi luoghi per dare voce a due comizi, il primo in piazza San Carlo, il secondo nel Teatro San Carlo.

Sono due comizi con due diverse realtà, quella della alta borghesia napoletana e quello con la base popolare. Si tratta di dare forza agli ultimi preparativi prima del gran balzo, quello della marcia su Roma per la conquista del governo della nazione. La sera ancora un incontro all’Hotel Vesuvio, stavolta con il Consiglio Nazionale, che stila le disposizioni finali per la “marcia”. Si decide che a capo della marcia ci sarebbero stati Cesare Maria De Vecchi, Italo Balbo, Michele Bianchi ed Emilio De Bono, Dino Grandi sarebbe stato il capo di stato maggiore del quadrumvirato. Le truppe fasciste avevano il compito di occupare uffici pubblici, stazioni ferroviarie, centrali del telefoni e delle poste. I luoghi di raduno per marciare poi verso Roma le città di Foligno, Tivoli, Monterotondo e Santa Marinella. I fascisti chiedevano le dimissioni del governo. La giornata napoletana sarà un’iniezione di fiducia incredibile, il bagno di folla e l’approvazione della gente è alle stelle, Mussolini intuisce che la marcia potrebbe essere una lama nel burro. Il 25 Michele Bianchi lancia il segnale convenuto per l’avvio delle operazioni “Insomma fascisti a Napoli piove, che ci state a fare?”. Il 26 a Cremona, Pisa, Firenze, entrarono in azione gli squadristi che senza tante ciance presero il possesso di alcuni edifici pubblici. Fu consigliato al Re di rientrare dalla tenuta di San Rossore dove era in vacanza, gli fu suggerito anche di applicare lo stato di assedio su Roma, ma il Re non accettò. Durante la notte lo raggiunge la notizia che la marcia era partita e sarebbe arrivata in mattinata a Roma.

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