18 ottobre 1968, Bob Beamon salta in lungo 8,90

di Redazione

Bob Beamon Accadde Oggi. Provate a mettere tre Fiat 500 una dopo l’altra e grosso modo dovreste avere la fatidica misura di 8 metri e 90 centimetri, la stessa che l’americano Bob Beamon il 18 ottobre del 1968 saltò a Mexico City nel corso delle Olimpiadi.

Nel 1968 il terribile Bob, ha solo 22 anni (nasce a Queens il 29 agosto del 1946), segnato dall’infanzia è una specie di teppistello di strada e passa dal coltello all’Università di El Paso, dove ottiene una borsa di studio per le sue qualità sportive. La borsa la perde poco prima dell’Olimpiadi perché si rifiuta di gareggiare con dei Mormoni, da sempre ritenuti razzisti. Arriva a Città del Messico in piena tempesta. È stato abbandonato dalla moglie ed è senza neanche un dollaro in tasca. Addirittura la sera prima della gara si sbronza a suon di tequila. Siamo in altura, si avvicina un temporale, gli effetti della rarefazione dell’aria e quelli elettrici del temporale, insieme alla sbronza di Bob, sono la miscela di quel salto incredibile. I giudici non riuscirono a misurarlo con il supporto della barra a scorrimento, introdotta proprio in quella gara, si dovette ritornare alla vecchia rollina metrica, 8,90. Accortosi del “miracolo” Bob cominciò la sua danza della follia, ma dal cielo venne giù un vero e proprio diluvio a raffreddare le sue gioie. Aveva migliorato il precedente primato di ben 55 centimetri, ma una cosa del genere è più accaduta in atletica. Per anni cercò di tornare a buoni livelli, ma non riuscì manco più a saltare oltre gli 8 metri. Bisognerà attendere i salti fantastici di Carl Lewis e Mike Powell ai Mondiali di Tokio del 1991 per vedere 8,91 del primo (ma ventoso) e 8,95 del secondo, ma il mito di Bob non sarà mai più cancellato.

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