Crisi e guerre, Obama vince il secondo duello tv contro McCain

di Redazione
Obama-McCainNASHVILLE. Un’ora e mezza in gran parte concentrata sulla crisi economica, con un Barack Obama che conferma lo status di favorito, pur non entusiasmando, e un John McCain che non riesce nel “miracolo” di risalire nei sondaggi.

Il formato dell’incontro era il cosiddetto “Town hall meeting”, un’assemblea pubblica, con 80 persone sedute sul palco assieme ai candidati e selezionate tra un campione di elettori composto da un terzo indecisi, un terzo repubblicani e un terzo democratici, i quali hanno posto domande sulla crisi economica, la riforma sanitaria, quella fiscale, la guerra in Afganistan e in Iraq e la corsa al nucleare dell’Iran. Sul primo punto, McCain ha proposto un piano sui mutui immobiliari che gli americani non riescono più a pagare, che prevede l’acquisto degli stessi mutui da parte del governo federale per poi rinegoziarli con i contraenti, riallineandoli al valore corrente delle case. Per un costo totale di 300 miliardi di dollari. “E’ costoso, certamente – ha detto McCain – ma noi tutti sappiamo che fino a quando non avremo stabilizzato il valore delle case in America non potremo contare su un’inversione di rotta, non potremo creare posti di lavoro e rimettere in sesto l’economia. Dobbiamo ridare fiducia all’America. Questa non è la proposta del senatore Obama e non è la proposta di Bush: è la mia proposta”. Da parte sua, Obama si è limitato a far comprendere agli elettori di “non fidarsi”, accusando e il suo erede McCain di aver provocato “la peggior crisi dalla Grande Depressione”, e ha riproposto un piano di salvataggio per la classe media, con un taglio alle tasse per tutti coloro che guadagnano meno di 250 mila dollari all’anno.

Non sono mancate scintille: il repubblicano ha detto che il rivale detiene il record in Senato delle spese inutili. come quelle per un “proiettore per un planetario” a Chicago da 3 milioni di dollari. Mentre il senatore afroamericano ha ricordato che il manager della Campagna di McCain, Rick Davis, ha accettato soldi come consulente di Fannie Mae e Freddie Mac, i due colossi dei mutui al collasso.

Il pubblico, a quel punto, ha chiesto ai due di ritornare sui problemi urgenti del paese. Come l’energia: su questo fronte Obama ha ribadito l’importanza di spendere 15 miliardi di dollari l’anno per 10 anni per raggiungere l’indipendenza rispetto alle importazioni dall’estero, mentre McCain ha rilanciato le trivellazioni offshore. Sull’Iran il democratico è stato chiaro: “Non possiamo consentire a Teheran di ottenere un’arma nucleare. È inaccettabile. Farò tutto il possibile da presidente per evitare una cosa del genere. Senza rinunciare all’opzione militare”. Su un solo punto i due rivali hanno concordato, ossia la scelta di un buon ministro del Tesoro, indicando il miliardario pro-Obama Warren Buffett.

Per un campione di americani interpellati dalla Cnn, Obama ha fatto meglio con una percentuale del 54-32%. Nel rilevamento Cbs il 40% ha premiato il candidato democratico, il 26% il repubblicano.

Critici verso McCain alcuni addetti ai lavori per l’atteggiamento di superiorità mostrato verso Obama, tanto da chiamarlo ad un certo punto “quello li” e, dopo aver capito di aver perso il dibattito, allontanandosi per primo dalla sala senza nemmeno stringere la mano al democratico. Obama, rispetto al precedente confronto, si è invece rivelato più aggressivo, forse anche per accontentare coloro che lo avevano rimproverato di essere stato “passivo” dinanzi all’avversario.

Il dibattito Obama-McCain – video

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