Supercarcere ai killer, braccato Setola

di Redazione

CasalesiCASAL DI PRINCIPE. È stato applicato il regime detentivo previsto dall’articolo 41 bis della legge sull’ordinamento penitenziario nei confronti dei tre presunti killer del clan dei Casalesi che hanno fatto sprofondare nel terrore la provincia di Caserta per oltre 150 giorni, senza sosta.

Da questa mattina Alessandro Cirillo detto «’o sergente», Oreste Spagnuolo e Giovanni Letizia si trovano in tre diverse strutture carcerarie di massima sorveglianza con misure limitative di movimento e comunicazione previste solo per i reati di mafia, terrorismo ed eversione. La disposizione è stata applicata su richiesta della Direzione distrettuale antimafia di Napoli diretta da Franco Roberti. Non si esclude che in dieci giorni di detenzione siano emersi elementi che possono far ritenere che i killer abbiano avuto la possibilità di far filtrare all’esterno del carcere di Santa Maria Capua Vetere, Secondigliano e Poggioreale informazioni o ordini da impartire ai componenti del gruppo di fuoco ancora liberi di agire e uccidere. Monco della componente più sanguinaria, il gruppo di morte guidato da Giuseppe Setola, il capo lucido e freddo ma pure mezzo cieco (ancora imprendibile), non si è fermato di fronte agli arresti. È diventato più spavaldo, senza freni. La polizia e i carabinieri sono sulle sue tracce dal giorno dell’evasione dalla clinica di Pavia e su quelle di Emilio Di Caterino e Pasquale Vargas. L’ultimo arresto messo a segno dalle forze dell’ordine ha toccato proprio la famiglia di Pasquale Vargas, quarantadue anni, vecchio affiliato alla fazione Bidognettiana, di sicuro non al primo battesimo di fuoco e, probabilmente, componente tra i più anziani degli scissionisti di Setola. I carabinieri del nucleo investigativo di Castello di Cisterna del maggiore Fabio Cagnazzo, con i militari di Giugliano e Parete, hanno arrestato per detenzione illegale di armi e ricettazione Benedetta Del Giacco, ventotto anni, moglie di Domenico Vargas, più grande di lei di almeno dieci anni, anche lui affiliato finito in carcere a luglio e soprattutto cugino di Pasquale, il latitante numero due del gruppo di fuoco. Benedetta nascondeva, all’interno di uno scaldabagno, nel suo appartamento in via Vicenza a Castelvolturno, una pistola Ruger calibro 9 per 21 in ottimo stato d’uso, rubata a Palinuro mesi fa. Il calibro è quello usato negli ultimi agguati di camorra dei Casalesi, compreso il delitto di Stanislao Cantelli a Casal Di Principe. Per questo motivo ora l’arma, trovata completa di 15 cartucce dello stesso calibro, si trova al Racis di Roma per essere sottoposta a indagini scientifiche. La scoperta è stata fatta durante una serie di perquisizioni per blocchi di edifici in varie zone del Litorale. Qualche chilometro più in là dalla domiziana, sette giorni fa, venivano rinvenuti i kalashnikov della strage degli immigrati dello scorso 18 settembre nei villini di Spagnuolo, Cirillo e Letizia.

Il Mattino (MARILÙ MUSTO)

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