Stellato (Pd): “Scollamento tra i livelli istituzionali”

di Redazione

Giuseppe StellatoLa situazione provinciale, al momento, risulta essere in una chiara condizione di difficoltà, come si evidenzia dal mancato raggiungimento del numero legale alla seduta consiliare in prima convocazione, che avrebbe dovuto approvare l’assestamento di bilancio.

“Il dato significativo da esaminare, però – commenta il Consigliere Regionale Peppe Stellato – non è quello amministrativo-gestionale dell’approvazione della variazione di bilancio, bensì quello politico afferente alla solidità dei rapporti all’interno della coalizione di maggioranza. L’impossibilità a mantenere il numero legale mette a nudo una situazione di riduzione di dialogo che si esalta addirittura in seno al consiglio ma che potrebbe avere cause ben più profonde riguardanti le concrete modalità di gestione della cosa pubblica. Sembra poi sintomatica la coincidenza temporale tra nomina, ovvero integrazione della giunta, nomina negli enti ed iniziali diserzioni del consiglio provinciale: consiglio che avrebbe dovuto dimostrare, in un momento di assestamento, qual è questo, la coesione del gruppo dirigente. Forse sarebbe il caso di riguardare metodi di gestione ed aperture nel e fuori del partito perché il Presidente della Provincia si renda pienamente conto della situazione di impasse in cui attualmente versa l’organismo provinciale. Peraltro non risulta che, anche all’esito della formazione degli organi dirigenti del Pd, si sia creata una forte sinergia fra partito ed amministrazione. A ben vedere, i recenti accadimenti confermano l’assoluta autonomia del partito rispetto all’amministrazione e viceversa, la qual cosa determina uno scenario di evidente scollamento fra i diversi livelli istituzionali. Insomma, si tratta di una semplice lettura di dati oggettivi, aldilà di ogni possibile polemica. Com’è noto, la nostra posizione è di estrema apertura al dibattito purchè lo stesso non sia intriso di inutili ipocrisie che confondono l’unità del partito con la necessità di una mancanza di dialettica. Ancora una volta mi sembra il caso di evidenziare come il Pd provinciale non riesca a garantire una vera unità del partito – e lo palesa anche nelle occasioni istituzionali – perché non riesce a riconoscere tutte le sue anime, ancorché ritenute marginali. Su tali principi è ritornata anche la direzione regionale tenutasi lunedì 13 ottobre, ma purtroppo alle parole non seguono fatti concreti. Vorremmo essere smentiti sulla bontà della nostra interpretazione ma purtroppo l’esame di un Partito Democratico continuamente lacerato al suo interno e incapace di sintesi all’esterno, corre il rischio di mettere a dura prova una capacità di resistenza che fino ad oggi l’elettorato ha ritenuto ancora possibile. Si tenga presente che, se in tempi brevi, non si riescono a dare delle risposte serie, il pericolo di una disaffezione a quella che sembrava una forte idea innovativa diventa sempre più grande. Bisogna lavorare a ranghi serrati per dare al Pd un’ identità, che significa capacità di proposte, recupero della questione morale, capacità di aggregazione ed espansione sui territori, capacità in sintesi, di affrontare i problemi, e, nei limiti del possibile, risolverli. La formazione di una classe dirigente ha un senso solo ove la stessa miri a governare i processi e non a subirli, soprattutto nei momenti dove la capacità di risposta è un imperativo categorico. Sono sicuro, comunque, e me lo auguro che il Consiglio in seconda convocazione approverà quest’ atto affinché venga consentita una serena la ripresa dell’attività amministrativa provinciale”.

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