Piazza: “Cennami non può presiedere la Commissione BB.AA”

di Redazione

Giuseppe PiazzaMONDRAGONE. “La Commissione Edilizia Comunale per la Tutela dei Beni Paesaggistici ed Ambientali continua a riunirsi sotto la presidenza del sindaco Cennami, nonostante egli non sia abilitato a svolgere tale ruolo”. Lo afferma, in una nota, Giuseppe Piazza, ex assessore e dirigente del Pdl di Mondragone.

“Difatti, in base all’art. 41 comma 2° della Legge Regionale n° 16 del 28/12/2004, così come ulteriormente chiarito e ribadito nella Delibera di Giunta Regionale n°635 del 21/04/2005, le nuove commissioni nominate successivamente alla promulgazione di tale legge debbono “obbligatoriamente” essere presiedute dal dirigente dell’Ufficio Tecnico Comunale. Fin dalla costituzione della nuova Commissione BB.AA., avvenuta nel mese di giugno, il Sindaco – invece – l’ha sempre presieduta, contravvenendo a quanto previsto dalla legge.

Ciò che desta ulteriore sorpresa è che il Regolamento Edilizio Comunale allegato al Piano Regolatore Generale, unico documento del piano licenziato senza modifiche dalla Provincia di Caserta fin dall’anno 2002 e reso vigente nel dicembre del 2005, alle schede II° – 1 e 3, anticipa addirittura la Legge Regionale n°16/04, allorquando da l’indicazione che la commissione stessa debba essere presieduta dal Dirigente dell’Ufficio Tecnico. La meraviglia mostrata è dovuta soprattutto al fatto che il Regolamento Edilizio Comunale vigente fu approvato dal Consiglio Comunale dell’ex Amministrazione del Sindaco Zannini, di cui l’attuale Sindaco Cennami era parte integrante e sostanziale, sia come consigliere comunale e sia come rappresentate dell’ex partito Ds, il quale – a sua volta – aveva numerosi rappresentanti in Giunta Comunale. La compagine amministrativa di centro-sinistra di allora, pur avendo condiviso ed approvato il Regolamento Edilizio nella stesura del P.R.G., si ritrova oggi, sostanzialmente nell’identica composizione, a calpestare una disciplina da se stessa predisposta.

Gli aspetti che scaturiscono da questa paradossale vicenda sono due:

· il primo è strettamente tecnico e riguarda la necessità di verificare se eventuali atti emessi dall’U.T.C., susseguenti alle riunioni della Commissione BB.AA., abbiano la giusta valenza giuridica,

· il secondo – invece – è propriamente politico: il non aver nominato un assessore con delega specifica all’Urbanistica, unito allo smembramento avvenuto dell’Ufficio Tecnico, ha creato un vuoto di indirizzo politico-amministrativo nei confronti dell’U.T.C., togliendo – allo stesso – quel supporto e quello stimolo che un amministratore inculca agli uffici di sua competenza. Un assessore all’Urbanistica, di concerto con l’Ufficio Tecnico, ha anche il dovere di seguire tutti quegli atti tecnici di competenza della Giunta Municipale o del Consiglio Comunale. Il perpetrarsi di tale vuoto non sarebbe giustificabile nemmeno con la eventuale nomina di un nuovo responsabile tecnico esterno dell’area urbanistica in quanto i dirigenti o gli impiegati, pur facendo lodevolmente il proprio dovere, non possono, né mai potranno sostituirsi alla politica nelle indicazioni delle scelte programmatiche”.

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