Immobili abusivi decine di proprietari si affidano al Tar

di Redazione

AbusivismoMARCIANISE. Sarà il Tar della Campania a stabilire la validità di decine di provvedimenti di abbattimento di immobili abusivi a Marcianise.

Molti proprietari di edifici realizzati in difformità o addirittura senza autorizzazioni si sono rivolti alla giustizia amministrativa per cercare di fermarne la demolizione e la perdita di possesso del terreno su cui è costruito. Dall’inizio dell’anno già due manufatti sono stati abbattuti sotto il controllo dei commissari ad acta nominati dalla Regione nell’ambito del piano dell’assessorato per il governo del territorio per la prevenzione ed il contrasto all’abusivismo. Il problema a Marcianise riguarda centinaia di cittadini proprietari di immobili abusivi oggetto di condono edilizio ai sensi della legge 47 del 1985, i quali si sono visti recapitare da parte del dirigente il settore Urbanistica del Comune, richieste di integrazione delle rispettive domande di sanatoria, e ciò entro un termine perentorio stabilito dall’ufficio, con la comminatoria, in difetto, del rigetto delle domande stesse. In molti di tali casi però già sono state rilasciate le concessione edilizie in sanatoria ed alcuni dei beneficiari hanno pure venduto il loro immobile a terzi i quali hanno acquistato in quanto certi della conformità urbanistica del bene attestata dalla sanatoria. In altri casi, invece, l’ufficio, nonostante il rilascio del titolo concessorio, ha ingiunto la demolizione del fabbricato, perché la domanda di sanatoria è stata presentata alcuni giorni dopo la scadenza del termine di legge. «È inaccettabile e grave il ritardo con cui l’amministrazione ha dato risposta alle domande di condono (oltre venti anni) – afferma l’avvocato Giacomo Tartaglione, ex capogruppo dell’Udc – vanificando la possibilità per i richiedenti di avanzare domande di sanatoria ai sensi della legge 724 del 1994 ovvero della legge 229 del 2003». La questione fu sollevata da Tartaglione in occasione di uno degli ultimi consigli comunali prima del decreto di scioglimento del civico consesso. Il rappresentante dell’Udc lamentava l’agire autonomo dei commissari ad acta, senza alcun confronto col consiglio comunale al quale, per legge, è data la parola ultima. Snocciolando una serie di leggi e sentenze, Tartaglione sottolinea che «È evidente, per un verso, l’eccesso di potere da parte dei commissari ad acta, e per altro verso il disinteresse manifestato oggi dalla commissione prefettizia in tema nonostante la legge abbia affermato un ruolo determinate dell’ente nella scelta: demolizione o meno».

Il Mattino (FRANCO AGRIPPA)

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