Federalismo, primo via libera del Cdm

di Antonio Taglialatela

Calderoli e BossiROMA. Arriva il primo via libera del Consiglio dei ministri sulla riforma federalista. La Lega di Umberto Bossi, dunque, inizia il cammino verso la sua personale “vittoria”, segno che ha mostrato alzando il pugno all’uscita da Palazzo Chigi.

“La discussione è stata rapida perché approfondita nei giorni scorsi. – ha detto il ministro leghista per la Semplificazione, Roberto CalderoliOra l’iter prevede l’approvazione premiale, il passaggio in conferenza unificata e poi l’approvazione definitiva. Questa avverrà quando Tremonti sarà pronto con la Finanziaria e il testo sarà approvato congiuntamente”. Lo stesso Calderoli ha confermato che l’ok definitivo arriverà entro fine settembre: “Il 18 andiamo in conferenza e credo che il ministro Tremonti intenda presentare la Finanziaria entro il 20 settembre ma è una data di indirizzo”.

Per il ministro del Carroccio il federalismo sarà “responsabile e solidale” e annuncia “un confronto approfondito con il Sud”, grazie ai ministri che lo rappresentano, in modo da garantire “gli stessi diritti su tutto il territorio nazionale”. E chiarisce che non ci sarà una nuova tassa per finanziare le competenze dei Comuni e delle Province, e dunque neanche una tassa sugli immobili. Insomma, nessuna “service tax”, come precedentemente annunciato, per coprire il “vuoto” lasciato dall’abolizione dell’Ici sulla prima casa. L’autonomia impositiva dei Comuni, dice Calderoli, sarà garantita “da strumenti diversi: compartecipazioni, addizionali oppure tributi erariali che saranno finalizzati agli enti locali”. Il ministro non indica quali, “Prima dobbiamo quantificare le spese per le competenze, poi ci regoleremo di conseguenza”, ma assicura che gli Enti locali avranno margini di manovra per variare la pressione fiscale sui propri cittadini. “Sulla compartecipazione ovviamente non c’è margine, ma c’è flessibilità sulle addizionali e sui tributi che saranno finalizzati a loro”.

Oltre ai comuni, che non potranno più istituire una tassa sugli immobili, anche le Province non potranno più incamerare una quota delle accise sul gasolio.

Confermata anche la possibilità di tasse di scopo per Comuni e Province “per finanziare funzioni in più rispetto a quelle essenziali”.

Ad esprimersi anche il presidente dei senatori del Pdl, Maurizio Gasparri: “E’ un momento storico per il Paese, una riforma frutto della coesione e della compattezza del centrodestra”.

Intanto, il ministro per i Rapporti con le Regioni, Raffaele Fitto, rispondendo al presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani, che aveva chiesto più tempo per studiare il nuovo testo del Ddl prima di esprimere il necessario parere. “C’é già stato un ampio confronto ma ci sono ancora i margini per accogliere i suggerimenti delle Regioni”. “Ci sarà una doppia conferenza unificata – ha chiarito Fitto, uscendo dall’incontro che con Calderoli ha tenuto subito dopo il Consiglio dei Ministri con una delegazione di governatori – ne sarà convocata una il 18 settembre e un’altra il 25 dello stesso mese”.

“Ho l’impressione che siamo di fronte a un’operazione che ha un forte carattere politico-propagandistico per dare alla Lega un testo da utilizzare per il tradizionale rito dell’ampolla”. Cosi’ il ministro delle Riforme del governo ombra del Pd, Sergio Chiamparino, commenta con i giornalisti il via libera del Cdm al federalismo fiscale. Chiamparino premette che, prima di qualsiasi valutazione nel merito, è necessario conoscere il testo del provvedimento, ma certo come sta procedendo l’esecutivo “non è un buon segnale, perché il federalismo è una riforma molto impegnativa e seria e proprio perché noi lo vogliamo davvero vorremmo che il testo sia oggetto di vero confronto in Parlamento”.

Il Pd, comunque, conferma Chiamparino, “si presenterà in Parlamento con una sua proposta precisa”. Quanto al testo del governo, “vorremmo conoscere innanzitutto i costi, perché c’è il rischio che ci rimettano le parti più povere del Paese e che “non si riescano a garantire nemmeno i servizi minimi essenziali”. E allo stesso tempo, che “la spesa pubblica aumenti con un aumento della pressione fiscale”. “E’ una materia – conclude Chiamparino – che noi consideriamo strategica e siamo pronti a trovare un accordo con la maggioranza, purche’ sia frutto di un confronto serio con i conti alla mano”.

Sulla questione interviene anche il presidente dell’Anci, Leonardo Domenici: “Le prime indiscrezioni sul contenuto del testo varato dal consiglio dei ministri in tema di federalismo fiscale lasciano i Comuni italiani con incertezze ancora maggiori di quelle che potevano avere fino a ieri”. Secondo Domenici, “se le indiscrezioni trovassero conferma, verrebbero a mancare certezze sia sul fronte delle funzioni che i Comuni saranno chiamati a svolgere, sia sulle entrate che dovrebbero garantire loro di poterle assicurare ai cittadini”.

“Da quanto si apprende – spiega il presidente dell’associazione nazionale comuni italiani – verrebbe meno l’idea di un tributo capace di dare autonomia e responsabilità ai Comuni, così come detto esplicitamente nel testo del Governo consegnatoci lo scorso 4 settembre. Invece di andare a nuovo incontri di approfondimento, come concordato, ecco che oggi appare un nuovo testo, per giunta già varato dal Consiglio dei Ministri”. “Con questi presupposti di metodo e di merito – aggiunge Domenici – non si capisce su quali basi l’Anci dovrebbe partecipare alla Conferenza Unificata del 18 settembre prossimo”. “In definitiva – conclude – sembra che nonostante le intenzioni di alcuni ministri, la linea di questo Governo sia quella di tornare ad un sistema di finanza derivata, accompagnato da nuove forme di centralismo statale e regionale. Un federalismo davvero singolare”.

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