Commissione ‘Attali’: Amato lascia, al suo posto Marzano

di Angela Oliva

Giuliano AmatoROMA. Non sarà Giuliano Amato il presidente della commissione ‘Attali de Noantri’ di Roma. L’expremier ha annunciato le sue dimissioni, ieri sera, in un incontro al Campidoglio con il sindaco di Roma Gianni Alemanno.

Antonio MarzanoSecondo Amatonon esistevano più i presupposti per un lavoro tranquillo dopo le affermazioni di Alemanno sul fascismo e, quindi, la Commissione sarebbe divenuta il capo espiatorio di tutta la polemica. Alla guida della commissione per lo sviluppo di Roma capitale, promossa dal Comune, dalla Provincia e dalla regione Lazio, subentrerà Antonio Marzano, presidente del Cnel ed ex ministro delle attività produttive. A questo punto chiedo al centrosinistra di accontentarsi della testa di Giuliano Amato e di non fare mobbing su altri membri per costringerli a dimettersi. – ha dichiarato il sindaco Alemanno dopo le dimissioni di Amato – L’ex ministro si occuperà solo di quella parte relativa alle riforme per Roma Capitale, continuerà a presiedere questo ramo, ovvero il tavolo dei giuristi. Stiamo lavorando per vedere se è possibile dar vita ad un progetto condiviso sulle riforme per Roma Capitale tra Comune, Provincia e Regione. È chiaro – ha concluso Alemanno – che non si può chiedere al presidente di una commissione di essere degradato a membro. Di scortesie nei confronti di Amato la politica ne ha già fatte abbastanza, credo non meriti anche questa”.

Anche il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha espresso rammarico per la decisione di giuliano Amato: Mi dispiace che abbia scelto di rinunciare. Non era una decisione da prendere, soprattutto da uno come lui che è sempre stato indipendente dal contorno della sinistra”. Diversa l’opinione di Giancarlo Bosetti che potrebbe accodarsi alla decisione di Amato: “Per quanto mi riguarda sono venute meno le condizioni di serenità per lavorare, a causa delle ben note dichiarazioni. Alemanno, per un errore grave, si è dissociato dalle parole di Fini sul fascismo in modo evidente, revocando lo strappo di Fiuggi e rimettendo in scena i sospetti relativi alle nostalgie di una parte della dirigenza di An. La commissione per lo sviluppo di Roma, ora, è un´altra cosa”. Anche lo storico d’arte e archeologo Andrea Carandini ha espresso la sua perplessità in merito alle questione: “Devo riflettere. Però, così com´è mi pare che la commissione non sia più una cosa bipartisan, trasversale”.

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