Camorristi e pentiti: intervista al senatore Giuliano (Pdl)

di Antonio Taglialatela

Pasquale GiulianoCASERTA. Un’intervista a trecentosessanta gradi sull’emergenza criminalità che affligge la provincia di Caserta, e in particolare l’agro aversano e il litorale domizio.

E’ quella che abbiamo realizzato con il senatore del Pdl Pasquale Giuliano, presidente della Commissione Lavoro del Senato, ex sottosegretario alla Giustizia ed ex vicepresidente del Comitato Servizi Segreti. L’argomento iniziale ha riguardato i due agenti di polizia, Francesco Alighieri e Gabriele Rossi, morti durante un inseguimento lungo la strada Giugliano-Villa Literno, sul territorio di Casapesenna. “Due eroi, vittime dell’effetto indiretto del fenomeno della criminalità organizzata”, ha commentato il senatore, che risponde inoltre alle polemiche sollevate dai sindacati sulla mancanza di sistemi antiribaltamento in alcune volanti della polizia, che forse avrebbe potuto salvare i poliziotti: “Non tutti i mezzi hanno le stesse caratteristiche, tuttavia ho illustrato al capo della Polizia Antonio Manganelli quelle che sono le esigenze del territorio, al di là dei rapporti ufficiali, e possiamo assicurare che i mille uomini, tra militari dell’esercito e forze dell’ordine, che arriveranno sul nostro territorio saranno forniti di mezzi adeguati e idonei ad affrontare l’emergenza”.

Antonio Iovine e Michele ZagariaGiuliano ha poi esposto le misure che in concreto il governo può adottare per contrastare il fenomeno criminalità, tra l’altro contenute in una proposta da lui stesso presentata qualche anno fa. La prima misura rappresenta l’istituzione a Caserta di una Corte d’Appello e di una Direzione distrettuale antimafia. “E’ opportuna – riflette il senatore – se consideriamo che il 40% degli imputati a Napoli proviene dalla provincia di Caserta. Presentai questa proposta due legislature fa, poi, causa altre esigenza territoriali, era impossibile attuarla per mancanza di fondi”. Oggi, però, l’esponente del Pdl ne ha riparlato con il ministro degli Interni Roberto Maroni e il ministro della Giustizia Angelino Alfano, e ritiene che “ci sono buone possibilità che stavolta la proposta venga accolta”. Altra misura che occorre, secondo Giuliano, è il doppio binario processuale: “Bisogna stabilire per determinati reati, come quelli di camorra, delle regole diverse da quelle che valgono per reati normali, oltre ad accelerare i processi e garantire la certezza della pena”. Inoltre, consentire l’infiltrazione dei servizi segreti all’interno della criminalità organizzata: “Solo così possiamo conoscere geografia, metodi, spartizioni e connivenze”.

Non potevano mancare, tra gli argomenti trattati, le ultime dichiarazioni di Roberto Saviano, il quale si è detto sorpreso del fatto che i due grandi latitanti dei Casalesi, Michele Zagaria e Antonio Iovine, non vengano catturati nonostante siano nascosti in un “fazzoletto di terra tra San Cipriano e Casapesenna”, così come il “gruppo di fuoco” agli ordini di Giuseppe Setola e del suo luogotenente Alessandro Cirillo (‘o Sergente), che “si nascondono a Lago Patria”. Una ricostruzione, questa dell’autore di Gomorra, da ritenere “provocatoria” per il senatore del Pdl: “E’ da escludere qualsiasi ipotesi di non volontà di arrestare questi pericolosissimi latitanti. Mi risulta che vi è un impegno massimo per catturarli”.

Roberto SavianoSempre riflettendo sulle dichiarazioni di Saviano, Giuliano ritiene “errata” la ricostruzione ipotizzata dallo scrittore sulla strage di Castelvolturno in cui sono morti un italiano e sei extracomunitari, ossia che non si tratti di questioni di racket e droga ma che la camorra abbia agito per “tutelare” gli investimenti da compiere per la realizzazione della “nuova Posillipo” in quella zona, progetto in cui non rientrerebbe la comunità africana. “Non credo sia un’ipotesi che collima con la realtà, basta solo considerare che ci sono ben 11mila extracomunitari a Castelvolturno e quindi sarebbe impossibile mandarli via. La strage rientra in un’operazione del clan per riaffermare il proprio predominio sul territorio”.

Infine, parlando di “connivenze”, stavolta tra politica e camorra, il caso delle rivelazioni del pentito Gaetano Vassallo, ex imprenditore di Cesa (Caserta) nel ramo dello smaltimento rifiuti, che ha fatto i nomi dell’attuale sottosegretario all’Economia Nicola Cosentino e dell’onorevole Luigi Cesaro, entrambi di Forza Italia. “Io sono convinto della moralità e dell’estraneità dei colleghi in questa vicenda. Si tratta di dichiarazioni che non hanno ricevuto nemmeno l’ombra di una verifica”, afferma Giuliano, per il quale il vero scandalo è il fatto che le stesse dichiarazioni erano già in mano ai giornalisti dopo poche ore che erano state rese. “La magistratura – sostiene Giuliano – deve garantire la segretezza degli atti. Quello che è successo fa nutrire grossi sospetti di una campagna denigratoria a livello mediatico”. Tra l’altro, il senatore fa notare una incongruenza in ordine di “conio” nelle rivelazioni di Vassallo: “Si parla di una fantomatica busta di 50mila euro che lui avrebbe ceduto nel 2001, quando l’euro non c’era ed avevamo la vecchia e amata lira…”.

Giuliano – Poliziotti morti

Giuliano e le misure anticamorra

Giulianosulle dichiarazioni diSaviano

Giuliano e le dichiarazioni del pentitoVassallo

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