Alitalia sul ciglio di un baratro

di Angela Oliva

AlitaliaE’ crisi profonda per Alitalia. Alle 17.30 il commissario straordinario Augusto Fantozzi incontrerà nuovamente le sigle sindacali Filt Cgil, Sdl, Anpac, Up, Anpav e Avia ma la soluzione sembra sempre più lontana.

Questa mattina il Ministro dell’Economia Giulio Tremonti è intervenuto, in Consiglio dei Ministri, sulla vicenda Alitalia ammettendo le reali condizioni di difficoltà escludendo, però, l’ipotesi di nazionalizzazione della compagnia aerea. Purtroppo, come ha sottolineato il Ministro del Lavoro Maurizio Sacconi, non c’è un piano ‘B’, quindi, l’unica alternativa alla cordata Cai è il fallimento.

Intanto, solo nella giornata odierna sono stati cancellati dei voli da e per Roma Fiumicino e la situazione, per i prossimi giorni, potrebbe essere ancora più drammatica considerato che non vi è carburante a sufficienza per garantire i voli. Il presidente dell’Enac, Vito Riggio, ha dichiarato: Noi applichiamo un regolamento comunitario del ’92. Il primo requisito che deve avere una compagnia per conservare la licenza di volo è che dimostri di avere liquidità sufficiente per almeno tre mesi. Quando ci si trova di fronte ad una situazione di crisi acclarata, come è stato per la compagnia di bandiera, si può rilasciare una licenza provvisoria in presenza di un piano di ristrutturazione. Ed è quello che abbiamo fatto noi in presenza del progetto Cai. Lunedì vedremo il commissario Fantozzi e capiremo se e quali altre ipotesi di ristrutturazione finanziaria sono oggi possibili”. In caso che non si trovassero le condizioni per la licenza sarà inevitabile lo stop anche se, come assicura Riggio, non vuol dire che da lunedì già non ci saranno più voli Alitalia, ma “come prassi apriremo un’istruttoria formale per fare tutte le verifiche”. Riggio ha spiegato inoltre: “Se non ci fosse nulla di concreto sul tavolo, tempo una settimana o al massimo dieci giorni e gli aerei non potrebbero più alzarsi da terra. Ma ovviamente ci auguriamo che questo non accada”.

Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha affermato che la situazione è sul ciglio di un baratro. C’è anche qualcuno che ha parlato di un’acquisizione da parte di compagnie aeree straniere come Lufthansa ad Air France, da Aeroflot a British Airways o forse Emirates.

Il leader della Cgil Guglielmo Epifani ha affermato: “Abbiamo firmato per il personale di terra che rappresentano il 51% dei lavoratori mentre non è stato così per il personale di volo e non si può firmare un accordo separato se si rappresenta meno della metà dei lavoratori. Hanno cominciato a dare la colpa a noi prima che la trattativa fosse finita ma è stata la Cai a tirarsi indietro perché si sono accorti che non riuscivano a risolvere il problema del personale di volo. Inoltre, già da qualche giorno, trapelava che all’interno della cordata c’erano contrasti”.

Il segreatario della Uil Luigi Angeletti, invece, passa il testimone ai lavoratori sostenendo che debbano essere loro a decidere: “Le decisioni che riguardano i posti di lavoro non possono essere assunte solo dai sindacalisti, tanto più in Alitalia, dove questi stessi sindacalisti non sono votati dai lavoratori. Poiché a questo punto, tra pochi giorni, molte migliaia di persone rischiano di restare per strada, siano i lavoratori a dire sì o no al piano Cai. E la Cai consideri vincolante il voto di quelli che potrebbero essere i suoi lavoratori. Si voti subito, dunque, piuttosto che fantasticare su futuri improbabili miracoli”.

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