Alitalia, nuova compagnia con 14.250 dipendenti e 3.250 esuberi

di Antonio Taglialatela

SacconiROMA. La nuova compagnia avrà 14.250 dipendenti, con 3250 esuberi, o comunque meno di 5mila, dopo la fusione tra Alitalia e Air One. E’ quanto emerso finora dal vertice tra governo, sindacati e il commissario straordinario Augusto Fantozzi.

Nel corso dell’incontro l’ad di Cai (Compagnia aerea italiana), Rocco Sabelli, ha illustrato i punti del piano “Fenice”. La cosiddetta “newco”, ossia la cordata guidata dal Roberto Colaninno che rileverà la parte sana dell’Alitalia, sarà molto concentrata sui voli nazionali, anche se non disdegnerà quelli internazionali, e su quelli a corto-medio raggio con 65 destinazioni, di cui circa sedici intercontinentali e le altre 49 sparse tra Italia e Europa. Inoltre, sarà sottoposta a tagli tra 80 e 100 aeromobili. Gli “hub” di Milano e Roma saranno un ricordo mentre via libera a sei “minihub”, ovvero i sei aeroporti principali di Roma, Milano, Torino, Napoli, Venezia e Catania.

Dei 14.250 dipendenti della nuova azienda, come spiegato dal ministro del Welfare Sacconi, 2.750 saranno addetti in outsourcing, cioè fuori dal perimetro dell’organico aziendale. In particolare, in outsourcing, secondo il piano predisposto da Cai, andranno 700 addetti ai servizi amministrativi di call center e di information technology, la cosiddetta zona grigia, 1.600 addetti alla manutenzione pesante e 450 addetti del settore cargo.

“Non siamo qui per fare una compagnia low cost”, ha subito precisato Sabelli. Mentre Colaninno ha aggiunto: “Il trasporto aereo è un mercato in crescita. Questo piano non è un investimento a breve periodo e quindi non è una speculazione”. Risposte dirette alle accuse provenienti dagli ambienti di centrosinistra, alle quali aveva già replicato il premier Silvio Berlusconi: “Sono senza fondamento”. Da parte loro, i sindacati hanno manifestato l’impiego a chiudere la trattativa in una settimana, quindi entro giovedì prossimo.

Intanto, il vicepresidente della Commissione europea con delega ai Trasporti, Antonio Tajani, non esclude che sul decreto del Governo riguardante Alitalia l’Europa “potrà avere bisogno di chiarimenti sui contenuti. Nel decreto – ha spiegato Tajani – ci sono ad una prima lettura due elementi positivi: il principio di trasparenza e la volontà di vendere gli asset a prezzo di mercato. Ma per una valutazione approfondita sui contenuti del decreto serviranno giorni di lavoro, perchè va analizzato parola per parola”. Secondo Tajani, la decisione del Governo di aprire ai privati “certamente agevola il mercato ed è questo un fatto positivo, come è stato positivo il fatto che uno dei concorrenti privati (Colaninno, ndr) sia venuto ad illustrare le linee generali del piano industriale alla Commissione europea. Si è trattato – ha voluto sottolineare Tajani – di un confronto tecnico”.

E proprio sull’incontro di ieri a Bruxelles con Colaninno, Tajani ha commentato: “E’ stato un incontro fruttuoso ma non ho ancora visto i dettagli del piano industriale. La Cai è una delle compagnie che partecipano alla corsa ed il mio compito e di far rispettare la normativa europea”. In ogni modo, Alitalia “sarà trattata – ha tenuto a precisare Tajani – come tutte le altre compagnie aeree dell’Unione europea, nè con acrimonia nè con benevolenza, ma con giustizia”. Con i vertici di Cai Tajani ha detto di “non escludere ulteriori incontri, perchè più c’è la volontà di conformarsi alle norme europee da parte di Stati e privati sulla concorrenza, sul libero mercato e la trasparenza, meglio è”.

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