I docenti precari contro l’Ufficio Scolastico Provinciale

di Redazione

Mariastella GelminiCASERTA. Il Comitato dei Docenti Precari della Provincia di Caserta continua la lotta contro l’Ufficio Scolastico Provinciale.

Gli esponenti del Comitato sono intenzionati a portare il problema anche all’attenzione della magistratura “al fine di individuare i responsabili di tale raggiro della legge, perfezionato con il compimento di atti illegittimi”.

“Purtroppo, – continuano i docenti in una nota – nonostante si continui a tentare di divagare, il Comitato è ben informato ed ha le idee ben chiare sul da farsi. Giusto per ribadire la vicenda per coloro che magari si sono persi i precedenti comunicati. La questione riguarda le modalità adottate dall’Ufficio Scolastico Provinciale di Caserta (frutto di una soggettiva ed arbitraria interpretazione della norma) nel definire i criteri quantitativi e qualitativi per la attribuzione delle assegnazioni provvisorie. Queste ultime, nate con la legge sulla mobilità del personale docente, dovrebbero in linea di principio consentire al docente – titolare del posto di ruolo in una provincia – di richiedere una provvisoria assegnazione in una altra provincia con disponibilità di organico, in attesa di maturare il diritto al trasferimento. Ma tutto ciò deve avvenire nel rispetto di requisiti qualitativi (cioè il richiedente la assegnazione deve trovarsi in situazioni personali o familiari ben determinate), e quantitativi (in quanto l’Ufficio Scolastico Provinciale che riconosce la assegnazione deve tenere in considerazione e proporzionare le disponibilità sull’organico di fatto). Dunque (ecco il raggiro), molti docenti della provincia di Caserta si sono trasferiti numerosi verso le altre province della penisola (centro-nord) in cui era facile e sicuro conseguire il posto di ruolo e, successivamente, solo dopo pochi mesi, si sono ritrasferiti in massa nella nostra regione chiedendo di essere provvisoriamente assegnati su un organico di fatto. Quindi, a titolo esemplificativo, un docente in ruolo, con contratto a tempo indeterminato, accettato e sottoscritto, per la provincia di Bergamo, dopo aver espletato le modalità burocratiche necessarie per la entrata in servizio, gli capita di ammalarsi fino alla fine dell’anno scolastico; nel frattempo ha inoltrato, entro il termine prestabilito, la domanda di assegnazione provvisoria nella provincia di provenienza (stranamente molti in provincia di Caserta). A questo punto (ecco l’atto illegittimo), l’Ufficio Scolastico Provinciale di Caserta, con una interpretazione arbitraria ed unica della norma, riconosce indistintamente alla quasi totalità dei richiedenti le assegnazioni provvisorie, ignorando ogni esigenza di organico ed ogni criterio di proporzionalità. Nel mentre, gli altri Uffici Scolastici provinciali della Regione adottavano comportamenti completamente opposti; si legge, inoltre, in una nota che ‘…un esponente sindacale chiede anche che si vadano a rivedere i sistemi delle aliquote delle assegnazioni provvisorie’. Ma, ancor peggio, questa mattina nel corso di un incontro tra gli esponenti del suddetto Comitato ed il vertice dell’Ufficio Scolastico provinciale di Caserta, quest’ultimo ha confermato e sostenuto che non esiste alcuna proporzione nel riconoscere tali assegnazioni provvisorie (quindi, senza limiti e senza condizioni alcune). Ed ancora più assurdo è il comportamento delle organizzazioni sindacali che si sono completamente estraniate alla vicenda (quali saranno le reali motivazioni?). A questo punto, se questo è il loro modo di tutelarci, sarebbe opportuna una cancellazione in massa da tutte le associazioni sindacali, chiedendo le dimissioni dei rappresentanti provinciali. Alcuni atti già sono stati trasmessi alla Procura di Santa Maria C.V. e si attendono gli esiti”.

Domani, il Comitato tenterà nuovamente di ottenere la sospensione della procedura per il conferimento delle nomine con contratto a tempo determinato, con la speranza che l’Ufficio Scolastico di Caserta prenda coscienza delle proprie responsabilità. A questo punto il Comitato si chiede: “Il ministro Gelmini è al corrente di questo scempio sociale e normativo che si sta consumando contro la categoria dei precari storici che rischiamo, dopo decenni di servizio prestato per la Pubblica Istruzione, di ritrovarsi senza la speranza di un futuro”.

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