Ecomafie, Orsi non collabora più

di Redazione

Sergio OrsiCASAL DI PRINCIPE. Di fatto ha rinunciato al programma di protezione che gli era stato assegnato dopo l’omicidio del fratello. Formalmente manca la ratifica, che potrebbe arrivare di qui a qualche giorno. Sergio Orsi, l’imprenditore della Eco 4, fratello di Michele Orsi, ammazzato qualche mese fa a Casal di Principe dopo aver iniziato un percorso collaborativo con la giustizia, ha deciso di rinunciare allo status di pentito.

Una mossa che era nell’aria, probabilmente anticipata dal comunicato stampa con il quale Sergio Orsi aveva smentito le accuse del pentito Gaetano Vassallo al sottosegretario alla Economia Nicola Cosentino. Facile intuire lo stato d’animo dell’imprenditore, ormai da mesi al centro di una vicenda giudiziaria abbastanza controversa. Imputato per truffa e turbativa d’asta (in alcuni casi con l’aggravante di aver agito per favorire il clan Bidognetti), Sergio Orsi non vuole essere trattato da collaboratore di giustizia, rifiuta l’etichetta di pentito di camorra.

È un imputato e punta a difendersi dalle accuse che gli vengono mosse, libero di esprimersi nel corso del procedimento che lo attende in aula indipendentemente da soluzioni premiali assegnate ai pentiti. Un’etichetta – quella di collaboratore di giustizia – che non ha mai accettato, anche nei mesi in cui aveva deciso di vivere sotto protezione. Spiega il penalista Lucio Majorano, suo ex avvocato assieme al collega Carlo De Stavola: «Sergio Orsi sta vivendo una fase di riflessione, valuteremo il da farsi, lì dove decida di riconferirci l’incarico, alla luce di quanto accaduto negli ultimi due mesi». Una posizione, quella di Sergio Orsi, che poteva essere decisiva nel corso delle indagini della Dda di Napoli. Orsi è imputato dinanzi al gup Enrico Campoli, nell’inchiesta del pm Alessandro Milita. È la stessa vicenda giudiziaria che vede imputato il deputato Mario Landolfi, in merito alla gestione del consorzio di bacino creato per la gestione dell’emergenza rifiuti in una larga fetta di territorio casertano. Un ruolo decisivo – secondo l’impostazione dell’accusa – nel presunto intreccio tra camorra, imprese e sistema politico. Un intreccio tutto da dimostrare, anche secondo quanto è accaduto negli ultimi giorni. A chiamare in causa Sergio Orsi, era stato lo scorso 28 agosto il pentito Gaetano Vassallo (ex faccendiere dei casalesi nella gestione dei rifiuti), negli stessi verbali che riguardano il leader campano di Forza Italia Nicola Cosentino. Ma alle parole di Vassallo è arrivata immediata la secca smentita dello stesso Orsi, quasi a rimarcare la propria volontà di estraniarsi da schemi collaborativi. Un botta e risposta in piena regola. Vassallo ha infatti sostenuto – stando alle anticipazioni rese dal settimanale l’Espresso – di aver assistito a uno scambio di denaro da parte di Sergio Orsi a favore di Cosentino. «Un episodio totalmente destituito di fondamento», ha ribadito Sergio Orsi. Che in un comunicato all’Ansa ha rotto di fatto il riserbo imposto a chi accetta di collaborare con lo Stato: «Non ho mai consegnato soldi all’onorevole Cosentino», ha spiegato, annunciando querele per diffamazione.

Il Mattino (LEANDRO DEL GAUDIO)

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