Il pentito Vassallo fa rivelazioni anche su Cesaro

di Redazione

Berlusconi con CesaroCASERTA. Dopo Nicola Cosentino, coordinatore regionale di Forza Italia e sottosegretario all’Economia, e il consigliere regionale dell’Udeur Nicola Ferraro, il pentito Gaetano Vassallo, che per un ventennio ha gestito il traffico illecito di rifiuti tossici per conto del clan dei Casalesi, continua a rivelare presunti intrecci tra politica e camorra.

Stavolta l’ex imprenditore originario di Cesa (Caserta), accusa l’onorevole Luigi Cesaro, di Sant’Antimo (Napoli), altro esponente di spicco di Fi in Campania, ex sindaco della sua cittadina ed ex eurodeputato. Le dichiarazioni di Vassallo, ancora una volta, vengono pubblicate dal settimanale L’Espresso in un altro articolo di Gianluca Di Feo ed Emiliano Fittipaldi, dove “Giggino” Cesaro, viene descritto come “un ex funzionario della Asl di Caserta che si sarebbe conquistato la simpatia personale del Cavaliere bombardandolo con spedizioni settimanali di mozzarella di bufala: 20 chili per volta. ‘Silvio mi ha detto: ‘Gigi, la tua mozzarella la mangio perché so che i tuoi amici la fanno con cura. E non ti farebbero mai un torto’”.

Berlusconi a Sant’Antimo (marzo 2006)

Il parlamentare, secondo pentito Vassallo, sarebbe stato “un fiduciario del clan Bidognetti”, ossia della fazione del clan dei Casalesi capeggiata da Francesco Bidognetti, detto ‘Cicciotto ‘e Mezzanotte’, attualmente in carcere con una condanna all’ergastolo in appello nel processo Spartacus. E nei presunti affari illeciti descritti da Vassallo vengono citati l’ex area Texas Instruments di Aversa (dove doveva sorgere un centro commerciale, la cui concessione edilizia firmata dall’ufficio tecnico fu revocata però dal Comune, anche se tale progetto sembra si sia “spostato” qualche metro più avanti su alcuni terreni nei pressi dell’Ippodromo Cirigliano, in zona Cappuccini) e della realizzazione di insediamenti industriali a Lusciano. “Mi spiegarono che Luigi Cesaro doveva iniziare i lavori presso la Texas di Aversa e che in quell’occasione si era quantificata la mazzetta che il Cesaro doveva pagare al clan. Inoltre gli stessi avevano parlato con il Cesaro per la spartizione degli utili e dei capannoni che si dovevano costruire a Lusciano attraverso la ditta del Cesaro sponsorizzata dal clan Bidognetti”, riferisce Vassallo, che dichiara di essere stato testimone diretto dell’incontro tra il parlamentare e Luigi Guida, detto ‘o Drink, un pezzo da novanta del clan Bidognetti. Racconta, poi, circa la questione di Lusciano, della “longa manus” del consigliere regionale Nicola Ferraro, ex imprenditore nel settore rifiuti e leader casertano dell’Udeur, arrestato (poi scarcerato) lo scorso anno nell’ambito dell’inchiesta sul partito di Mastella. “Nicola Ferraro – dice Vassallo – era il garante politico economico ed era colui che coordinava l’operazione, mentre il Guida era quello che interveniva al Comune di Lusciano direttamente sul sindaco e sull’ingegnere dell’ufficio tecnico per superare i vari ostacoli. Chiaramente molti terreni agricoli prima di essere inseriti nel nuovo piano regolatore venivano acquistati dal gruppo Bidognetti a basso prezzo dai coloni e intestati a prestanome. Ferraro – aggiunge il pentito – aveva il compito di cacciare i soldi per conto del gruppo Bidognetti per liquidare i coloni. Una volta divenuti edificabili, i lotti venivano assegnati a ditte di persone collegate al clan, quali l’azienda di Cesaro, che in cambio dell’assegnazione versava una percentuale al clan”.

CESARO NEGA LE ACCUSE E ANNUNCIA QUERELE

Così come Nicola Cosentino (che ha annunciato non solo le dimissioni da sottosegretario ma il ritiro dalla politica nel caso che le accuse mosse dal pentito si rivelassero veritiere), anche l’onorevole Cesaro nega di conoscere Vassallo e di aver mai avuto a che fare con la camorra. “Non so chi sia questo Vassallo, né conosco esponenti della criminalità organizzata, né ho mai partecipato agli incontri a cui quest’uomo fa riferimento”, afferma il coordinatore vicario di Fi in Campania, che ha dato mandato ai propri legali, così come fatto da Cosentino, di querelare il pentito. “Dai magistrati – continua l’onorevole – mi aspetto un chiarimento sull’ennesima fuga di notizia, il cui principale scopo è quello di infangare l’immagine del Popolo della Libertà e degli uomini che in Campania lo rappresentano ai massimi livelli politici e istituzionali”.

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