Castellammare, lavoratori edili sul piede di guerra

di Redazione

Antonio SicignanoCASTELLAMMARE DI STABIA (Napoli). Crisi occupazionale, nasce il “Primo Comitato di Lavoratori edili disoccupati finalizzato all’applicazione del protocollo di intesa del 16 gennaio 2007”.

Protocollo, quest’ultimo, stipulato tra Comune di Castellammare e le organizzazioni sindacali Feneal – Uil, Filca – Cisl, Filea – Cgil, nel quale si definivano alcuni punti programmatici comuni relativi all’occupazione, lavoro nero e sicurezza nei cantieri edili. In particolare, tale accordo prevedeva che, in caso di affidamento di lavori in appalto nel territorio Torrese -Stabiese, l’impresa appaltante che deve ricorrere a nuove assunzioni, dovrà attingere nuovo personale, per il 25 % dalle liste dei disoccupati dell’area torrese – stabiese. Ebbene, tale protocollo non sarebbe mai stato applicato nella sua interezza, tanto che, già lo scoro luglio, le organizzazioni sindacali del settore avevano inviato una lettera al sindaco Vozza nel quale denunciavano tale circostanza e chiedevano un incontro urgente. Ora, tuttavia, scendono in campo direttamente i lavoratori, che, per mezzo del comitato, si dichiarano pronti ad inscenare dure manifestazioni di protesta.

“E’ inaccettabile – spiegano Domenico De Maria, Giuseppe Balzano, Francesco Polito e Michele Massa, rappresentanti del comitato – che il protocollo di intesa sull’occupazione edile sia rimasto carta morta. Basti pensare a cosa è successo per i lavori al Teatro Viviani, a Marina di Stabia, e quelli relativi all’impianto fognario. Ora dovranno essere realizzati alcuni lavori nella periferia Nord, auspichiamo un repentino cambio di rotta”.

Preoccupato dalla vicenda Antonio Sicignano, vicepresidente regionale dei Circoli della Libertà della Campania, che ha incontrato personalmente alcuni rappresentanti del comitato di lavoratori edili. “Ho incontrato i lavoratori edili e ciò che mi è stato raccontato – spiega Sicignano – rappresenta un fatto grave ed allarmante. Io credo che i grandi complessi industriali, nati al seguito del contratto d’area della Tess, devono farsi carico del problema occupazionale Stabiese – Torrese. Ciò è un fatto incontestabile, atteso che la risoluzione dell’occupazione costituiva proprio la scopo per cui sono stati finanziati tali impianti. Nei prossimi giorni – conclude – chiederò un incontro ai vertici di Marina di Stabia per comprendere cosa finora è stato fatto sull’argomento”.

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