Rifiuti, Pollini: “Un danno di immagine per i commercianti”

di Nicola Rosselli

Maurizio PolliniAVERSA. L’odore nauseabondo è oramai insopportabile. Le automobili preferiscono transitare per le strade cittadine con i finestrini ben chiusi, mentre gli sfortunati pedoni si affrettano, con passo svelto e naso coperto dalle mani, a superare montagne di rifiuti.

Le luminarie della festa della Madonna di Casaluce, co-patrona della città normanna, stridono fortemente con i cumuli di immondizia. Ieri mattina la fiera settimanale si è svolta in un contorno di cumuli di spazzatura, come non accade nemmeno in un mercato del Terzo Mondo. E se a questo si aggiunge che alcune zone centrali della città, come via Diaz, sono prive di illuminazione pubblica, si ha l’impressione di vivere in una sorta di favelas.

Ed il paragone non deve sembrare affatto azzardato se i commercianti cittadini, attraverso la Confesercenti, presieduta da Maurizio Pollini, hanno deciso di rivolgersi direttamente al presidente del consiglio Silvio Berlusconi e al sottosegretario all’emergenza rifiuti in Campania Guido Bertolaso. Anche perché, avranno pensato, la situazione rifiuti non sembra essere affatto risolta. Anzi, con la fusione dei consorzi delle province di Napoli e Caserta, lo scenario è divenuto apocalittico e, soprattutto, pericoloso per l’incolumità degli aversani a causa del caldo afoso di questi giorni che accelera il processo di decomposizione. Un disastro causato soprattutto dalla crisi economica che ha colpito l’ex consorzio Ce2 che non riesce a pagare gli stipendi agli addetti e ad assicurare carburante e manutenzione ordinaria ai mezzi di raccolta. Poco o nulla riesce a fare la nuova struttura comunale creata da un paio di giorni dal sindaco Ciaramella.

“La città normanna – scrive Pollini, che è anche vice presidente provinciale della Confesercenti – è sommersa dai rifiuti, le strade del centro storico e della periferia del comune normanno sono stracolme di sacchetti della spazzatura e da immondizia di ogni genere. Riteniamo che l situazione sia ormai al limite e che la città si trovi in un vero e proprio stato di calamità naturale. E’ opportuno che le autorità in indirizzo vengano a conoscenza del fatto che in questo comune l’emergenza rifiuti non è mai cessata e che la cittadinanza e gli operatori commerciali da tempo immemorabile convivono con questa problematica”.

La nota continua, poi, richiamando l’attenzione sulle possibili conseguenze: “I danni alla salute dei cittadini, all’immagine della città di Aversa e all’economia locale sono incalcolabili. Le numerosissime piccole e medie imprese del settore commerciale, turistico, dei servizi e dell’artigianato si trovano ad affrontare una doppia crisi: lo stallo economico generale e l’emergenza locale. Noi crediamo che si debba intervenire subito per risolvere l’emergenza rifiuti in questo e in altri comuni: la Campania non è solo Napoli. Ci sono migliaia di cittadini che continuano a convivere con l’emergenza rifiuti, c’è bisogno di attivarsi in tempi rapidi e noi speriamo che si voglia porre rimedio nell’immediatezza a questa situazione critica”.

Insomma, un appello da ultima spiaggia. Una situazione che, forse, si sarebbe, almeno in parte, potuta evitare se la raccolta differenziata fosse stata approntata dall’amministrazione comunale a marzo, così come il “decreto Prodi” prevedeva.

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