4 agosto 1859, la lingua italiana è vietata in Corsica

di Redazione

CorsicaAccadde Oggi. Ci vorrà una sentenza, del 4 agosto del 1859, della Corte Costituzionale francese per vietare l’uso della lingua italiana in Corsica.

La Corsica, in pratica la quarta isola per estensione del Mar Mediterraneo (dopo Sicilia, Sardegna e Cipro), proprio per la sua posizione geografica è stata da sempre al centro delle attenzioni dei popoli più disparati che si trovavano a navigare la parte alta del Mediterraneo. Nel 1768 i francesi, dopo le dominazioni di sardi, fenici, greci, romani, vandali, bizantini, pisani, aragonesi, genovesi, riuscirono a farsi cedere l’isola dalla Repubblica di Genova e ad invaderla militarmente. Proprio in quel periodo storico si cala anche il segmento importante dell’indipendenza corsa. Tocca a Pasquale Paoli, formatosi culturalmente all’Università di Napoli, illuminista intelligente, creare qui il primo Stato Europeo con una Costituzione democratica e all’avanguardia, naturalmente scritta in italiano, guardata con simpatia da uomini quali Jean-Jacques Rousseau, James Boswell e Voltaire. Ma torniamo alla lingua corsa che è formata da due componenti fondamentali, il cismontano (Supranacciu), parlato nella zona nordorientale, molto vicino al dialetto toscano e l’oltremontano (Suttanacciu), parlato nella zona sud-occidentale, molto simile al dialetto della Gallura e del Sassarese. Dal 2002 la lingua corsa è stata finalmente inserita nei programmi di insegnamento delle scuole elementari. Tanta comunque la scia di italianità ancora presente sull’isola, nonostante le forti imposizioni dei “cugini” francesi, nei circa 250 anni di dominio, che non sono riuscite a piegare le forti spinte autonomistiche ed indipendentistiche di questo piccolo e povero popolo di mare e montagne.

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