La Somalia tra sanguinosi attentati e crisi di governo

di Antonio Taglialatela

La Somalia, un paese che sembra dimenticato dalla comunità internazionaleMOGADISCIO. Stavano pulendo una strada nella zona sud di Mogadiscio quando sono state investite dall’esplosione di una bomba. 20 donne uccise e 40 sono rimaste ferite il bilancio dell’attentato dinamitardo compiuto nel sobborgo meridionale conosciuto come ‘K4’.

Nell’area sono attive le ultime frange delle Corti Islamiche, il movimento estremista che controllava la capitale e parte della Somalia fino a gennaio del 2007 quando il governo di transizione, aiutato dalle truppe etiopiche, ha ripreso il controllo del Paese. Tuttavia, il paese è nel caos, in preda a bande che si contendono i territori e al rischio di attentati: solo lo scorso anno ci sono state seimila vittime e centomila sfollati mentre, complessivamente, le violenze sono costate la vita a ottomila persone e provocato un milione di sfollati. Dal punto di vista governativo, inoltre, il paese è abbandonato a se stesso, quel poco che funziona è affidato a Ong, cooperanti e volontari. Tra questi ultimi due italiani, Jolanda Occhipinti e Giuliano Paganini, sono stati rapiti lo scorso 21 maggio.

Intanto, nelle ultime ore si sono dimessi undici ministri del governo, tra cui quelli agli Esteri, alla Difesa e il vicepremier, in polemica col primo ministro Nur Hassan Nur Ade, accusato di abuso di potere in seguito alla destituzione del sindaco di Mogadiscio, Mohamed Omar Habeb Mohamed Dhere. Immediata la reazione del premier, che ha annunciato l’intenzione di restare alla guida del governo e ha detto di sospettare che dietro le dimissioni si nasconda il tentativo di ostacolare l’attuazione dell’accordo di pace tra il governo transitorio e l’Alleanza per la riliberazione della Somalia. Accordo che, ha assicurato Nur Ade, potrà essere completato in Arabia Saudita molto presto. L’intesa, firmata il 9 giugno scorso a Gibuti, prevede il cessate il fuoco tra il governo transitorio e l’Alleanza, con il ritiro delle truppe etiopiche dalla Somalia e la dissociazione dell’Alleanza da qualsiasi gruppo armato in lotta contro il governo, nonché l’accesso umanitario sicuro e l’assistenza per tutti i somali.

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