Stellato: “Il nuovo Pd provinciale una riserva indiana”

di Redazione

Giuseppe StellatoCASERTA. In questo periodo di pausa generale, i temi dell’agenda strettamente politica del Pd sembrerebbero essere quelli relativi alla formazione dei cosiddetti Organi di Garanzia cioè quegli organi che dovrebbero consentire la formazione del partito e del suo radicamento sul territorio.

Si tratta di un’esigenza organizzativa strettamente connessa alla costituzione della direzione regionale e dell’esecutivo di partito che dovrebbero dettare la linea politica del Pd per la Provincia di Caserta. “Per scelte del coordinatore uscente – spiega Giuseppe Stellatononché presidente della Provincia Sandro De Franciscis, parallela alla formazione degli organi di partito avrebbe dovuto essere anche la risoluzione dei problemi dell’assetto di giunta. In sostanza si è teso a formare un unico ed indistinto grande paniere teso a contenere gli elementi per placare le contrapposizioni e soddisfare le diverse istanze. Purtroppo, ma ciò era prevedibile, la coesistenza dei diversi problemi non ne ha agevolato la soluzione, per cui gli spazi di manovra, per quanto allargati, non sono sufficicienti a chiudere la partita. In questa ottica, sempre per scelta di chi detiene – sulla scorta di un malinteso senso e di una cattiva interpretazione del concetto di democrazia – gli strumenti decisionali, ben si è ritenuto di cominciare a delimitare gli spazi di una riserva indiana nella quale confinare i cosiddetti “dissidenti” che, sempre d’avviso chi s’intende di gestione, vanno ritenuti e tenuti al di fuori delle ben troppo importanti cose amministrative. Si tratta davvero di un’impostazione, che sembrerebbe condivisa dalla Segreteria Provinciale e dalla Presidenza della Provincia, che non tiene in alcun conto il significato della politica di un grande partito e la necessità di salvare gli aspetti di dialettica interna ai fini di una complessiva crescita, cosa ben diversa dall’amministrazione. Per dirla breve, un partito che si rispetti riconosce e tutela le minoranze ovvero il pensiero dei non allineati, riconoscendo agli stessi, almeno ciò che rappresentano in termini di consenso. Il ragionamento non è algebrico, ma semplicemente di rappresentanza democratica. Chi si discosta da questi principi avvia un percorso assolutamente al di fuori delle regole del Pd. Peraltro, la mancata interlocuzione con tutte le rappresentanze elettive determina un deficit di comunicazione, anch’esso singolare per un partito che comunque si ricollega alle espressioni di consenso di grosse fette della popolazione nazionale. Ci si augura che questi piccoli suggerimenti siano tenuti nel debito conto perché solo in questo modo si potrà avviare anche nella provincia di Caserta una collaborazione tra i diversi livelli istituzionali e partitici tesa alla traduzione concreta di progetti che al momento sembrano ancora chimere e non indici di programmazione vera”.

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