“Giunta del sindaco”: un flop annunciato

di Raffaele De Biase

la presentazione della giunta tecnicaAVERSA. Con l’avvento del mese di settembre la giunta tecnica o giunta del sindaco giungerà al suo sesto mese di attività.

Breve o lungo che sia, il periodo trascorso serve a rimarcare un’assai scomoda verità e cioè che questa giunta è stato solo il modo, assai discutibile, individuato da qualche vigoroso forzista per interrompere un percorso amministrativo evidentemente non in linea con le sue personali aspettative. A deporre in tal senso, oltre alle posizioni critiche e risalenti di An e dell’Udc, che non hanno mai celato il loro disappunto circa una decisione mal digerita, anche l’assoluta mancanza di segnali di programmazione ed operatività da parte della quasi totalità dei nuovi assessori. Insomma, questa giunta tecnica pare sia stata la classica toppa per mascherare una grave lacerazione interna al centrodestra. Settori che attendevano e meritavano interventi ed aperture decise come quello del commercio, dell’ambiente, della cultura e della valorizzazione dei beni culturali rimangono impantanati nella trascuratezza di cui per anni sonno stati vittime. Non sono mancate, poi, a riguardo le critiche dei cittadini e di qualche esponente di categoria, mentre è mancata la difesa, seppur di ufficio, di un sindaco Ciaramella che, evidentemente, questa giunta se l’è dovuta sobbarcare a seguito dei duelli rusticani avvenuti dietro le quinte fra qualche suo ex assessore e qualche notabile del partito di Berlsuconi. Ed allora in questo caso che fare? Si azzera tutto o quasi e si affidano le sorti della città a chi si sarebbe prestato a fare da “parafulmine”, col risultato, però, che il problema dell’unità e della condivisione politica e programmatica della coalizione è stato solo rinviato rispetto ad una sua effettiva soluzione. Intanto, in città, le opere pubbliche permangono da mesi in uno stato di immobilismo (vedere Parco Pozzi e piazza Mazzini), il commercio soffre probabilmente il suo momento storico più brutto da cinquant’anni a questa parte e di iniziative culturali capaci di creare fermento e partecipazione manco a parlarne. La domanda su a chi ha giovato questo “tirare a campare” sorge a questo punto spontanea…

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