Alle Poste la riservatezza è solo uno “slogan”

di Antonio Arduino

le persone circondano la sala consulenzeAVERSA. “In questo ufficio postale è disponibile una sala consulenza dove è possibile ricevere, in totale riservatezza, tutte le informazioni sui seguenti prodotti finanziari: Obbligazioni, Fondi d’investimento, Buoni fruttiferi postali, Prestiti, Carta di credito…”.

Recita così il cartello affisso alle due cosiddette “Sala Consulenza” presenti nell’ufficio postale di viale Europa, l’ufficio numero uno della città. Quello che dovrebbe funzionare meglio degli altri, quello che dovrebbe essere aperto mattina e pomeriggio, anche se in questa parte del giorno – dal 4 al 30 di agosto – resterà chiuso per consentire il godimento delle ferie al personale, quasi che in questo periodo dell’anno l’utenza non avesse comunque necessità di servirsene. Bene, fidandosi del cartello, chiunque ne avesse necessità, portandosi alla sala consulenza, potrebbe avere le informazioni necessarie al suo caso senza che nessuno, fatta eccezione per l’addetto al servizio, venga messo a conoscenza dei suoi problemi. Non è così. Nell’ufficio postale numero uno di Aversa la riservatezza è soltanto una parola stampata sul cartellone pubblicitario, perché entrambe le sale consulenza sono collocate in spazi non solo aperti ma addirittura circondati dal pubblico. Tanto che chi deve chiedere in riservatezza sente sul collo il fiato di chi aspetta il turno.

A denunciare il disservizio è Carlo Zaccariello, rappresentante dei disabili in carrozzella nel Coordinamento Disabili Aversano (Co.A.Dis.). La sua è una denuncia duplice perché non solo segnala l’assenza totale di riservatezza nella sala consulenza ma anche la grossa difficoltà ad accedervi per chi è costretto alla sedia a rotelle. “Superato il primo grosso problema che, per chi vive la mia condizione, è quello di entrare nell’ufficio postale, dato che la fila arriva sin fuori la porta d’ingresso, c’è l’impossibilità pratica di entrare nella saletta a sinistra per la presenza di una grossa colonna. Un pilastro che riduce lo spazio di accesso così tanto che la sedia a rotelle non passa”. “Sì – continua Zaccariello – potrei tentare di raggiungere quella di destra che è libera da ostacoli e potrebbe essere più facilmente accessibile. Ma questo solo in teoria. Perché, pur non presentando ostacoli murari, come la colonna, a ridurre lo spazio ci pensano gli utenti che sostano in quello spazio aspettando il turno in fila o occupando le sede d’attesa collocate proprio davanti alla sala consulenza”. “Così se pure, facendomi largo tra la folla, raggiungessi quella pseudo sala non avrei alcuna possibilità di esporre un eventuale problema in totale riservatezza. Possibile – conclude – che per Poste Italiane spa la riservatezza sia solo uno slogan?”.

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