A settembre la nuova giunta: quali prospettive per l’Udc?

di Raffaele De Biase

Piazza MunicipioAVERSA. Udc quale futuro? L’interrogativo che investe il partito di Casini ad Aversa dovrebbe trovare la sua risposta nell’ormai prossimo settembre, quando si dovrà procedere alla definizione della nuova giunta.

Un normale rientro nelle fila della maggioranza o ancor più un “obbedisco” di stampo garibaldino sarebbe assai mortificante, per non dire ignominioso, per gli esponenti aversani dell’Udc. Anche perché di cose in questi ultimi mesi ne sono successe, ad iniziare dalla nomina di una giunta tecnica, che di tecnico, per la verità, non è che abbia molto, che è stata mal digerita dagli eredi normanni dello scudocrociato. Inoltre, la campagna acquisti stile “magazzini generali” che Forza Italia e Alleanza Nazionale, seppur in momenti diversi, hanno fatto e stanno dimostrando di voler continuare a fare, certo non può contribuire al rasserenamento dei rapporti con l’Udc. Quest’ultima, fra l’altro, si dovrebbe trovare a fare i conti anche con il panorama politico nazionale che vede il partito di Zinzi essere all’opposizione della maggioranza di centrodestra, per cui un’alleanza con la Cdl ad Aversa rappresenterebbe comunque un’eccezione.

Un’eccezione che se prima poteva trovare una scusante nel patto elettorale precedente alle ultime comunali, ora, a seguito della bailamme innescatasi nel centrodestra, troverebbe difficile giustificazione. I vari passaggi, stile “salto della quaglia”, effettuati da alcuni eletti nelle fila del centrosinistra hanno, infatti, alterato lo scenario politico così come partorito dalle urne alle ultime amministrative cittadine e a farne le spese è stata proprio l’Udc che, rispetto a Forza Italia ed Alleanza Nazionale ha, evidentemente, verso i transfughi del centrosinistra meno appeal (mettiamola così…).

I numeri, intanto, dicono che Forza Italia con nove consiglieri ed Alleanza nazionale con cinque, almeno per ora, salvo qualche altra disinvolta corsa alla cuccagna di qualche consigliere rimasto nella fila del Gruppo della Libertà, schiacciano l’Udc che si attesta a quota tre (anzi, pardon, a quota quattro con Santulli, il quale però ha già fatto sapere che a “tubare”con Ciaramella non ci pensa proprio. E del resto sarebbe il colmo visto che si è candidato a sindaco contro l’attuale primo cittadino). Questa logica da pallottoliere schizofrenico che, purtroppo, assai gioco avrà nella conduzione della politica aversana, non potrà non avere un peso già a stagione estiva conclusa. Ora, se è vero che i cattolici di centro in più occasioni hanno avuto modo di esprimere le loro riserve rispetto all’operato dei colleghi di maggioranza, l’impressione che hanno dato è, però,di averlo fatto sempre e comunque in modo incerto, morbido o artatamente cervellotico, inducendo a ritenere che, con tutta la sofferenza del caso, avrebbero gradito rimanere nell’amministrazione comunale dove, evidentemente, seppur in posizione defilata, tanto scomodi non si sta.

Tra l’altro, nella stessa Forza Italia c’è chi come il consigliere regionale Sagliocco, a dispetto del progetto Pdl, gradirebbe avere un’alleanza politica più con l’Udc che con gli alleanzini, “rei” questi ultimi, secondo il politico di Trentola Ducenta, di aver condotto in maniera troppo solipsistica le politiche sociali, mentre di diverso avviso sarebbero gli altri notabili del partito di Berlusconi.

In una politica diventata un vero e proprio bazar affollato da centristi in movimento, trapezisti inverecondi e papponi del consenso viene spontaneo quindi chiedersi: dove sono finite quelle tempre che vedevano i politici aversani del passato, con tutti i loro limiti, nascere e morire democristiani, nascere e morire comunisti, nascere e morire missini eccetera eccetera? O tempora…o mores!

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