Nel 2010 la carta d’identità con le impronte digitali

di Angela Oliva

impronte digitaliROMA. Sarà introdotta nel 2010 la carta d’identità che durerà dieci anni e conterrà le impronte digitali dell’intestatario.

È quanto prevede un emendamento bipartisan al decreto legge sulla manovra votato nella notte dalle commissioni Bilancio e Finanze della Camera. Anche l’opposizione giudica positivamente tale introduzione come sottolinea il segretario del Pd Walter Veltroni: “La decisione è giusta. E’ in linea con un progetto dell’Ue e visto che è una decisione che sarà valida per tutti ora bisogna immediatamente sospendere la misura che riguarda i rom. Non ha più senso che le impronte siano prese solo a loro se tra due anni saranno prese a tutti i cittadini”.

Proposta non accolta dal Ministro delle Riforme Roberto Maroni che non cambia idea e dichiara: “La mia ordinanza resta. Ok alle impronte a tutti, ma non cambio idea sulle impronte agli ospiti dei campi nomadi. La nostra è un’ordinanza che riguarda i censimenti nei campi nomadi e non contro i rom”.

Disaccordo, invece, sulla manovra finanziaria che proprio non piace al Partito Democratico tanto che Veltroni ha annunciato un’opposizione durissima se non saranno ripristinati i 3,2 miliardi di euro tagliati alle Forze dell’Ordine dalla nuova manovra: “O ci sarà il pieno ripristino delle risorse per le forze dell’ordine e la sicurezza oppure noi utilizzeremo tutti gli strumenti a disposizione dell’opposizione parlamentare per contrastare le decisioni del governo. – continua il segretario del Pd – La situazione del Paese è gravissima: la stagnazione confina con la recessione; calano produzione, consumi e occupazione e la risposta del governo è una serie di tagli assolutamente a caso. Il nostro giudizio corrisponde a quello che ha detto Bankitalia ieri – conclude Veltroni – è una manovra che non ha un effetto sulla crescita del prodotto interno lordo, che aumenta le tasse, cosa paradossale per chi ha vinto le elezioni dicendo il contrario, che riduce gli investimenti e non fa nessun intervento sugli stipendi, sui salari, sulle pensioni lasciandole esposte all’aumento del costo della vita”.

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