La Camera dice si alla manovra. Di Pietro infiamma l’Aula

di Antonio Taglialatela

Aula della CameraROMA. La Camera, con 305 si e 265 no, ha approvato il decreto legge sulla manovra economica. A far scatenare la polemica in quella che sembrava una tranquilla e noiosa seduta estiva ci ha pensato Antonio Di Pietro.

Il leader dell’Idv, parlando della manovra, ha affermato che i precari della pubblica amministrazione “con questo decreto sono mandati nei forni crematori”. Il deputato del Pdl, Giancarlo Lehner, ha manifestato il proprio sdegno: “La Shoah è una tragedia unica ed epocale e chiedo al Parlamento che nessuno la strumentalizzi. Di Pietro si vergogni”.

Quanto al lato prettamente tecnico, il capogruppo del Pd, Antonello Soro, ha ritenuto la manovra “depressiva” e “priva di una chiara politica per la crescita. Non serve – ha aggiunto Soro – a risolvere i problemi degli italiani, delle famiglie e delle imprese, ma anzi crea le premesse per un autunno davvero molto caldo”.

Sempre dal partito di Veltroni, Pierluigi Castagnetti critica i tagli previsti per il meridione: “La manovra distoglie 29,2 mld di euro che erano destinati a precisi interventi di rilancio del mezzogiorno per convogliarli su non definiti interventi infrastrutturali. Che significa concentrare tutto sul ponte sullo stretto, quell’opera che serve solo a dare lustro al governante ma che non serve a far crescere il mezzogiorno”.

A replicare, per la maggioranza, il presidente dei deputati del Pdl Fabrizio Cicchitto del Pdl: “La manovra è coerente con un obiettivo storico che si è dato il governo: arrivare al pareggio di bilancio nel 2011. Raggiungeremo un obiettivo mai raggiunto, quello di invertire una tendenza”, dopo che alle nostre spalle ci sono quasi 70 anni di tentativi falliti”.

Ora la manovra dovrà superare l’esame del Senato dove è probabile che, per evitare modifiche ed affrettare i tempi, la maggioranza blindi il decreto con un voto di fiducia.

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