Il Senato approva lodo Alfano: immunità per alte cariche è legge

di Antonio Taglialatela

Angelino AlfanoROMA. Il Senato ha approvato in via definitiva il “lodo Alfano”, disegno di legge che garantisce l’immunità per le più alte cariche dello Stato fino alla scadenza del loro mandato.

171 si, 128 no e 6 astenuti, questo il risultato della votazione. “Alle critiche che sono state rivolte – ha detto il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, che ha difeso con forza il provvedimento – sulla fretta con cui si è messo a punto questa legge, io rispondo che non è molto urgente né poco urgente è solo giusto”. “Noi lo abbiamo fatto – ha aggiunto il Guardasigilli rivolgendosi all’opposizione – come abbiamo fatto il decreto sulla sicurezza atteso dai cittadini, così come era giusto fare il decreto che ha levato la spazzatura nella città di Napoli, così come era importante fare il decreto sull’abolizione dell’Ici sulla prima casa”.

Il ministro ha poi ribadito l’intenzione di approvare la riforma del sistema giudiziario per il prossimo autunno: “Intendiamo procedere alla riforma della giustizia civile e del processo penale visti i tempi irragionevoli della durata dei processi e visto che il conto lo paga il cittadino”. E, sottolineando che “oggi la linea di confine tra riformisti e conservatori è segnata dalla giustizia”, ha invitato “i settori ragionevoli” dell’opposizione a non seguire quelli “giustizialisti” così da favorire un confronto sul tema.

DURO IL COMMENTO DELL’OPPOSIZIONE

Il capogruppo del Pd a Palazzo Madama, Anna Finocchiaro, durante il dibattito ha espresso un no inappellabile al dl: “Con l’attuale sistema elettorale il capo della maggioranza governa e deve intendersi investito della funzione direttamente dal popolo. Ergo, egli ha il dovere e il diritto di governare. Affermazioni sin qui incontestabili. È quello che viene appresso che mi preoccupa: diritto – dovere di governare senza limite?”. “Il popolo, lo dice la Costituzione, deve esercitare la sovranità nelle ‘forme e nei limiti della Costituzione’. Invece al presidente Berlusconi non si pone limite. E da ora in poi a nessun Presidente del Consiglio. Per qualunque reato. Anche il più brutale. Anche il più infamante”, ha concluso la Finocchiaro.

Ben più duro il capogruppo dell’Italia dei Valori Felice Belisario: “Il premier fa approvare dal Parlamento il lodo Alfano come salvacondotto per la casta e per lui stesso. Si tratta del piano della P2 di cui Berlusconi era membro. Qui si vuole mettere sotto i tacchi la giustizia e imbavagliare l’informazione”.

IL DL APPROVATO IN 25 GIORNI

Il lodo Alfano è stato approvato in tempi strettissimi, 25 giorni, anche se non si tratta di un record. Infatti, il precedente governo Prodi approvò in 23 giorni il disegno di legge per il rifinanziamento delle missioni militari all’estero per il secondo semestre 2006.

BERLUSCONI “CONGELATO” AL PROCESSO MILLS

Il primo effetto del lodo si avrà nell’ambito del processo in corso di svolgimento a Milano, prossimo alla sentenza di primo grado, dove il premier Silvio Berlusconi è imputato con l’avvocato Mills di corruzione in atti giudiziari. Il principale imputato sarà “congelato” in attesa che termini il suo mandato.

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