20 luglio 1998, tre operai uccisi per sbaglio dalla camorra

di Redazione

 Accadde Oggi. Caldo torrido quello del 20 luglio del 1998, tre giovani operai del Pastificio Russo sono stati assunti nel febbraio dello stesso anno con un contratto di formazione lavoro.

Si portano a via Nazionale delle Puglie con la propria utilitaria per un caffè al chiosco. Al Manila c’è la cassiera Monica Nacca, si beve, qualche parola e via per tornare al lavoro. Fuori li attendono in quattro, armati di pistola e kalashnikov, parte subito una pioggia di proiettili, a terra restano i corpi di Rosario Flaminio, 24 anni, Salvatore De Falco, 21, e Alberto Vallefuoco, 24. Resta ferita anche la cassiera del bar. Il tempo ci dirà che a Pomigliano d’Arco sono morti tre giovani per un “errore”, un errore della camorra che forse voleva uccidere altra gente, il prezzo altissimo per azioni di nessun prezzo.

“Se essi sono morti è perché noi tutti non siamo stati vivi; non abbiamo vigilato, non ci siamo scandalizzati dell’ingiustizia: non lo abbiamo fatto, non lo abbiamo fatto abbastanza, nelle professioni, nella vita civile, in quella politica, religiosa” Gianfranco Caselli

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