Case popolari incompiute: atti sequestrati

di Redazione

un cantiereCASALUCE. 24 ville e altrettanti appartamenti da anni rimasti incompiuti. Su cosa si nasconda dietro questo cantiere aperto e subito chiuso e sul progetto rimasto a metà dell’opera, si cercherà di fare finalmente chiarezza.

Ieri la Guardia di Finanza, con una visita agli uffici comunali di Casaluce, attualmente gestiti dalla triade prefettizia nominata dopo lo scioglimento del consiglio per condizionamento della camorra, ha richiesto l’accesso a tutti gli atti relativi alla realizzazione delle case popolari. Dall’esame delle procedure adottate, sembra che siano emerse delle illegittimità. I riflettori sono puntati soprattutto sul soggetto affidatario dell’incarico di costruzione degli alloggi. La società tenuta a realizzare le case, infatti, avrebbe concesso i lavori in subappalto a terzi, ai quali, secondo le prime indiscrezioni trapelate, sarebbe stata negata la certificazione antimafia. E non solo. Sulle stesse modalità di assegnazione dell’incarico, ci sono ancora tanti dubbi da sciogliere e qualche documento, sparito, da ritrovare. Per adesso gli inquirenti mantengono il riserbo. Fin dall’insediamento dei commissari prefettizi, si era parlato di anomalie sulla costruzione delle case popolari. E su quella lunga e ininterrotta sospensione dei lavori, avviare un’indagine accurata, ad un certo momento, è apparso più che mai inevitabile. E pensare che alcune famiglie casalucesi hanno anche versato una quota per garantirsi una sorta di prenotazione dell’alloggio. Soldi, quelli investiti, che, a questo punto, qualcuno teme possano andare persi. Le case popolari (ma “popolari davvero?” ci si chiede, visto che l’Iacp era entrato in gioco marginalmente) dovevano essere il fiore all’occhiello del paese. Un nuovo angolo di verde e di residenze realizzate secondo criteri di vivibilità. Invece oggi l’immagine offerta esprime degrado ambientale da un lato, spreco di risorse finanziarie dall’altro: con 48 case che restano incomplete e con una strada (via Sant’Erasmo) preclusa al traffico veicolare, in attesa che ne venga ripristinata la viabilità ad opera della società salernitana. Come se non bastasse, ai continui allagamenti, si affiancano sversamenti di rifiuti abusivi. Da mesi, in quel sito, sono accumulate decine di lastre di amianto, ridotte in frantumi. Insomma degrado su degrado. Intanto si consuma lo scempio del territorio comunale e viene inferto un altro duro colpo al rapporto istituzioni-cittadino che a Casaluce vive uno dei suoi momenti peggiori.

da Il Mattino, mercoledì 16.07.08 (di Alessandra Tommasino)

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