Arrestata la moglie del capoclan Antonio Iovine

di Redazione

Antonio IovineSAN CIPRIANO. I carabinieri del comando provinciale di Caserta, agli ordini del colonnello Carmelo Burgio, hanno tratto in arresto Enrichetta Avallone, moglie del boss dei Casalesi Antonio Iovine, detto “‘O ninno”, latitante.

La 39enne è stata arrestata all’alba di stamani, su provvedimento della Direzione distrettuale antimafia di Napoli (pubblico ministero Alessandro Milita), a San Cipriano di Aversa (Caserta), presso l’abitazione dell’imprenditore R.C., 46 anni. E’ accusata di estorsione aggravata dal metodo mafioso.

La moglie del boss era sfuggita all’arresto lo scorso 26 maggio, nell’ambito di una maxi operazione attraverso cui i carabinieri avevano messo in manette 55 esponenti del clan dei Casalesi – gruppo Iovine, per i reati di associazione mafiosa, estorsione, detenzione illegale di armi e munizioni, riciclaggio ed illecita concorrenza. Successivamente l’ordinanza di custodia era stata revocata dal Tribunale del Riesame e la Avallone era tornata in libertà. Poi la nuova indagine dei carabinieri su una attività estorsiva della donna nei confronti della cognata del marito e le accuse ritenute attendibili dal pm antimafia, che ha portato all’arresto.

L’attività investigativa ha accertato, infatti, che la moglie del boss aveva attuato personalmente gli ordini del marito, costringendo la propria cognata, Rosanna De Novellis, 48enne vedova di Carmine Iovine, ucciso in un agguato camorristico nel 1994 e fratello di Antonio, a non recarsi nel territorio di San Cipriano di Aversa ed a cessare la conduzione di un’attività commerciale del posto, il negozio “Intimo di Roen” sito all’interno del centro commerciale “Borgo Antico”, per aver “infranto le regole” dell’organizzazione camorristica. La De Novellis, a pieno titolo inserita nel gruppo Iovine, anche con il rilevante compito di coprire la latitanza del cognato, aveva manifestato, in una lettera inviata proprio al boss latitante “‘O ninno”, l’intenzione di convolare a nuove nozze con una persona estranea al clan. Una scelta che aveva scatenato la condotta reattiva e punitiva dei vertici del gruppo Iovine nei confronti della De Novellis, la quale, in breve tempo, veniva estromessa dall’organizzazione, ricevendo addirittura un’azione estorsiva, con l’imposizione di non recarsi più a San Cipriano, nemmeno sulla tomba del marito, e di consegnare le chiavi e cedere il negozio che aveva nel centro commerciale. Alla De Novellis, inoltre, non venivano più versati i soldi dello “stipendio” erogatole dal clan e del mutuo di un’abitazione situata ad Aversa, sottoposta a sequestro nel corso dell’operazione del 26 maggio scorso. Ma la reazione del clan capeggiato da Iovine diventava ancora più violenta dopo che la De Novellis tentava di reagire, prima ventilando l’ipotesi di denunciare le angherie subite, poi ricorrendo ai familiari del boss Francesco “Sandokan” Schiavone per sedare l’ira di “‘O ninno”. A quel punto la famiglia Iovine giungeva a pronunciare minacce di morte nei confronti della donna. A nulla valeva nemmeno la richiesta di intervento del figlio della De Novellis, Oreste Iovine, fatta alla nonna e madre del latitante, Filomena Buonanno. Il clan aveva deciso: Rosanna doveva allontanarsi da San Cipriano. Una vicenda a cui ha posto fine l’operazione dei carabinieri.

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