Celebrati i funerali dell’operaio Paolo Di Biase

di Redazione

Paolo Di BiaseCARINARO. Sono stati celebrati stamani, alle ore 10, i funerali di Paolo Di Biase, l’operaio 34enne che domenica pomeriggio è morto, dopo essere caduto da una scala, nel tentativo di riaccendere le luminarie per la manifestazione serale della 112esima edizione della ‘Festa dei Gigli’ di Casavatore.

Il 34enne due anni fa fu protagonista di un altro incidente sul luogo di lavoro. Si trovava in un cantiere ad Aversa quando precipitò e fu ricoverato d’urgenza nella sala rianimazione dell’ospedale. Dopo un periodo di prognosi, le sue condizioni migliorarono ma ci volle del tempo per il recupero completo. A distanza di circa due anni, il secondo incidente gli è stato fatale. Di Biase lascia la giovane moglie (che ha subito la perdita del padre, ucciso una ventina di anni fa circa per errore) e tre figli piccoli, l’ultimo nato solo qualche mese fa. A piangere la sua scomparsa anche la madre, Maria Di Santo, che lavora come Lsu presso il comune di Carinaro. L’intero paese è in lutto. Il giovane operaio della ditta ‘Armonia srl’, con sede legale ad Aversa, che si occupava per conto del Comune dell’illuminazione della ‘Festa dei Gigli’, era impegnato in via Campanariello, a Casavatore, quando ha perso l’equilibrio, probabilmente a causa di una scossa elettrica, ed è caduto dalla scala. Un volo di circa sei metri durante il quale il 34enne ha prima battuto la testa sulle tegole di un cancello e poi si è schiantato al suolo morendo sul colpo. Immediata è scattata l’indagine. Due gli avvisi di garanzia recapitati, all’indomani del tragico episodio, al titolare della ditta per la quale lavorava la vittima, Giovanni Armonioso, trentunenne di Aversa, e al presidente del comitato centrale dei festeggiamenti, nonché committente dei lavori per la kermesse, Ciro Tammaro, 45enne originario di Giugliano ma residente a Casavatore. I due sono stati denunciati con l’accusa di omicidio colposo e per inosservanza delle norme di sicurezza: Di Biase non indossava il casco, la cintura di sostegno di sicurezza e nemmeno le scarpe antinfortunistica.

dal Corriere di Caserta, mercoledì 16.07.08 (lu.co.)

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