Cassonetti capovolti: la GeoEco “cancella” la protesta

di Antonio Arduino

operatori GeoEco rimettono a posto i cassonettiAVERSA. Tutto come prima. Via il nastro bianco-rosso, via il cartello “divieto di scarico” e cassonetti di nuovo in fila, da mercoledì mattina in via Garofano tutto è tornato come prima.

La protesta messa in atto giovedì 26, sei giorni prima della pubblicazione del pezzo su Pupia.tv – giusto come osservato dai più attenti lettori del network on line, protesta regolarmente documentata con foto non pubblicate per ovvie ragioni da uno dei residenti nel condominio che ha l’accesso principale dal civico 3 di via Di Iasi – è durata una settimana ma forse è servita a operatori GeoEco rimettono a posto i cassonettirichiamare l’attenzione dell’assessore all’igiene urbana sul fatto che quel punto della città non può essere la sede stabile di un così alto numero di contenitori per rifiuti. Perché, fino a quando continuerà l’emergenza, con la presenza di ben cinque cassonetti quella strada, ma soprattutto con un prelievo effettuato con cadenza non giornaliera, diventa praticamente una discarica e i rifiuti ne invadono il piano, creando una vera e propria barriera, e giusto nel punto di svolta, per il traffico veicolare di una arteria che è obbligata per bus e veicoli pesanti. Senza parlare della puzza penetrante che rende l’aria irrespirabile per residenti e passanti. Da qui la protesta messa in atto dal cittadino che cogliendo al volo l’occasione offerta dal prelievo effettuato dagli operatori del consorzio che hanno svuotato, fino a giorno della protesta, con una periodicità variabile dai 5 ai 15 giorni i cinque cassonetti, li aveva capovolti, mettendoli in modo che fossero inutilizzabili. Poi, per essere certo che non venissero risistemati nella maniera corretta, aveva recintato ogni cosa con il classico nastro bianco e rosso usato dalle forze di polizia e dalla protezione civile per delimitare aree in cui è vietato l’accesso, completando l’opera con l’aggiunta di un cartello con su scritto “divieto di scarico”. E’ andata bene fino a mercoledì 2 luglio. Quando, arrivati per il prelievo periodico, gli operatori del consorzio hanno preso atto della “protesta”. Com’era logico hanno rimosso il nastro, rimosso il cartello e riposizionato nel modo corretto i cassonetti. Non poteva che andare così, ma la “protesta” rappresenta un segnale che da la misura del livello di sopportazione raggiunto dai cittadini che non ne possono più di vivere tra i rifiuti. Se la raccolta differenziata è la soluzione perché non farla partire? Chi o che cosa lo impedisce?

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