L’Ue dice no al rilevamento impronte digitali ai bambini rom

di Redazione

Roberto MaroniBRUXELLES. L’Unione Europea, tramite un suo portavoce, boccia la proposta del ministro italiano degli Interni, Roberto Maroni, di prendere le impronte digitali ai bambini di etnia rom.

Anche il Garante per la protezione dei dati personali precisa che l’eventuale rilevamento di datipotrebbe coinvolgere delicati problemi di discriminazione che possono toccare la dignità delle persone e specialmente dei minori.

Intanto, anche l ‘ex ministro della Solidarietà sociale Paolo Ferrero prende le distanze da questo provvedimento e non esita a paragonare la pratica di prendere le impronte ai bambini rom alla stregua delle discriminazioni che mise in atto il nazifascismo, sessant’anni fa. “La schedatura su base etnica di bambini, cittadini italiani o esteri che siano, rom o meno che siano, è infatti una proposta barbara, inaccettabile, indegna di un Paese civile. Mi metterò in fila anch’io, per farmi schedare dal ministro Maroni, e spero che così come me faranno tanti altri cittadini e genitori”.

Di diverso avviso Maroni e tutto il centrodestra. Il ministro degli Interni affonda: “Il Governo andrà fino in fondo, perché questa è la strada giusta per garantire i diritti ai minori’, non si farà intimidire da sterili polemiche politiche e colpirà duramente chi utilizzerà i bambini per l’accattonaggio togliendo la patria podestà”.

Il capogruppo del Pdl al Senato, Maurizio Gasparri, appoggia la proposta di Maroni: “Prendere le impronte digitali ai bambini rom servirà a ‘garantirne migliori condizioni di permanenza”.

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