Intercettazioni telefoniche, ‘No’ di Pd e magistrati

di Angela Oliva

Walter VeltroniAnnunciata più volte durante la campagna elettorale è arrivata la stretta di vite per le intercettazioni telefoniche.

Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, durante il discorso pronunciato al convegno dei giovani imprenditori, ha comunicato che già nel prossimo Consiglio dei ministri sarà varato il disegno di legge riguardante le intercettazioni: Intendiamo introdurre il divieto assoluto di intercettazioni telefoniche, escludendo quelle che riguardano la criminalità organizzata e il terrorismo e nelSilvio Berlusconi prossimo Consiglio dei ministri porteremo un nuovo provvedimento. Saranno previsti cinque anni di carcere per chi le eseguirà e per chi le propagherà. Per tutto il resto sarà un divieto assoluto”.

Dichiarazioni, quelle del premier, che hanno scatenato una polemica tra maggioranza ed opposizione e che ha visto opporsi, in primo piano, l’Associazione Nazionale dei Magistrati che ha annunciato il suo ‘no’ attraverso le parole del segretario Giuseppe Cascini che ha spiegato: “Le intercettazioni sono uno strumento insostituibile per le indagini non solo contro la criminalità organizzata e il terrorismo, ma contro l’usura, la criminalità economica, il riciclaggio, gli omicidi, i sequestri, la pedofilia”. Anche il Presidente dell’Anm Luca Palmara sottolinea l’importanza di questo strumento investigativo: Grazie alle intercettazioni abbiamo perseguito non solo reati di terrorismo e di mafia, ma anche reati comuni gravi, penso all’estorsione. Una riduzione drastica delle figure criminose a cui applicarle restringe oltre misura questo strumento”.

A sostegno della tesi dei magistrati c’è anche il colonnello della Guardia di finanza Cesare Marangoni che, in merito agli arresti nell’ambito della Sanità milanese, ha affermato: Proprio le intercettazioni hanno consentito di accertare Angelino Alfanoi cinque casi di omicidio volontario di cui sono accusati tre medici del reparto di Chirurgia toracica del Santa Rita”. E gli stessi magistrati hanno aggiunto: “L’utilizzo delle intercettazioni è stato fondamentale perché gli indagati parlano in modo esplicito della necessità di operare per guadagnare”.

Dure reazioni anche da parte del leader del Pd Walter Veltroni che, in seguito all’annuncio del Cavaliere, ha dichiarato: Siamo davanti a provvedimenti gravi e sbagliati. I magistrati hanno il diritto di eseguire le intercettazioni ogni volta che lo ritengono necessario. Va tutelata la privacy dei cittadini ed è responsabilità dei magistrati che le intercettazioni restino segrete. Il Governo vuol fare il contrario, impedendo ai magistrati di indagare”. In risposta il Ministro della Giustizia Angelino Alfano difende il ddl sulle intercettazioni : “Nessuno vuole comprimere le indagini o togliere ai magistrati il potere di indagare. Vogliamo razionalizzare il sistema e contenere le spese. Vi è una invasività nella vita dei cittadini, a causa delle intercettazioni, giunta a livelli intollerabili”.

Contrario, invece, il Ministro ombra alla Giustizia Lanfranco Tenaglia che ha afferma: “Ridurre la possibilità di effettuare intercettazioni solo a determinati reati impedirà alla polizia e alla magistratura di scoprirne e perseguirne altri non meno gravi come le rapine, le concussioni, le corruzioni, le truffe ai danni dello Stato. Altro che sicurezza e certezza della pena. Con questo provvedimento non si fa altro che garantire impunità e Antonio Di Pietrointralciare il lavoro delle forze dell’ordine”.

Nella polemica è intervenuto anche il Garante della Privacy Francesco Pizzetti: “La riforma annunciata dal governo sulle intercettazioni dovrà avere il giusto equilibrio. E’vero che in Italia il numero delle intercettazioni è molto elevato, più elevato che in altri Paesi;ma è altrettanto vero che in Italia ci sono fatti di criminalità organizzata particolarmente gravi. Va garantito ai giudici di poter svolgere la loro attività, Allo stesso tempo rimane fondamentale la tutela dei cittadini”.

Sulla stessa linea del Pd si è mossa l’Italia dei Valori con il leader Antonio Di Pietro, nonché ex magistrato, ha parlato di questo disegno di legge come una “nuova legge-vergogna”.

Dalla Lega arriva un invito alla cautela, infatti, il sottosegretario alle Infrastrutture Roberto Castelli ha dichiarato: Se i delitti sono quelli che la casta può commettere, come corruzione e concussione, ben vengano le intercettazioni. Sono i classici reati della mala politica, e la politica deve essere trasparente. Bisogna trovare il giusto mezzo per mantenere questo strumento di indagine, efficace, ma evitare dei ‘mostri’. Bisogna circoscrivere le intercettazioni dove sono veramente necessarie”.

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