Intercettazioni, il governo approva il ddl

di Gennaro Pacilio

Angelino AlfanoROMA. Il Consiglio dei ministri ha approvato venerdì l’annunciato disegno di legge in materia di intercettazioni telefoniche. Il provvedimento ha due punti di forza: arginare la diffusione incontrollata dei contenuti delle intercettazioni e ridimensionare gli oneri derivanti dalle operazioni di intercettazione.

Le intercettazioni restano ma solo per le ipotesi di reato maggiori: omicidio, mafia, criminalità organizzata, terrorismo ed i fatti di particolare pericolosità sociale; per quelli che prevedono pene di almeno dieci anni di carcere e per la corruzione e le molestie reiterate contro le donne e i minori. E’ bene chiarire che questo disegno di legge non abolisce i reati, ma capovolge la prassi seguita finora che era quella di partire dallo spionaggio telefonico per arrivare al reato. D’ora in poi si dovrà partire da un’ipotesi, motivata, di reato, e applicare ad esso lo strumento dell’intercettazione.

Non si potrà più tirare in ballo chi non c’entra nulla e ha la sola colpa di essere un amico, un’amica, la moglie e l’amante di un sospetto. Nessun reato viene cancellato, nessuna indagine viene bloccata. Si dovrà però indagare come in ogni altro paese civile: trovando prove, riscontri, confessioni e moventi. In questi giorni si è detto che senza intercettazioni non si sarebbe scoperto lo scandalo della clinica Santa Rita di Milano. A parte il fatto che in quel caso i magistrati hanno trovato molti altri riscontri documentali, a cominciare dalle confessioni degli indagati: com’è possibile utilizzare strumentalmente un argomento del genere visto che le pene previste per i reati di cui sono accusati medici e funzionari sono ben superiori ai dieci anni? A mio parere ne uscirà una legge equilibrata che garantirà più civiltà giuridica per gli italiani, che eviterà la famigerata gogna mediatica di questi anni, che costringerà gli stessi magistrati a compiere un salto di qualità nelle loro indagini, dunque investigando più efficacemente. Non va dimenticato che nonostante il record mondiale di intercettazioni, l’Italia è il paese nel quale nove crimini su dieci restano impuniti e tutti i grandi delitti sono rimasti irrisolti.

“Questo provvedimento – ha affermato in conferenza stampa il ministro della Giustizia, Angelino Alfanorisponde esattamente al dettato della Costituzione sulla tutela della riservatezza ed è inoltre coerente con la Convenzione Europea dei diritti dell’uomo. Il sistema delle intercettazioni era degenerato – ha spiegato Alfano – perché la privacy delle persone è stata violata troppe volte. Il testo approvato è molto equilibrato e coniuga il diritto del cittadino a vedere assicurata la privacy e l’esigenza dell’ordinamento statuale che deve contrastare i crimini”.

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