Festa della Tammorra: alla riscoperta delle origini

di Redazione

Festa della Tamorra 2007CARINARO. Cultura operaia, cultura contadina, culto religioso. In estrema sintesi sono questi i temi centrali legati alla riscoperta delle antiche tradizioni musicali napoletane, e più in generale campane.

La terza edizione della Festa della Tamorra, organizzata da Cittadinanzattiva nei giorni di sabato 7 e domenica 8 giugno, sarà l’occasione per ritrovarsi in un cortile suggestivo come quello di Palazzo De Angelis a Carinaro, e rivivere le stesse emozioni e gli stessi momenti della vità delle comunità, delle “paranze”. Secondo gli organizzatori della festa, a partire dall’uso degli strumenti (il classico tamburo, la ciaramella passando per le tipiche espressioni musicali, taranta, pizzica, etc.) e con le “cantate” tipiche della tradizione operaia, contadina e religiosa, è possibile rivivere intensamente una tradizione legata al territorio che in questo preciso momento storico va difeso e va inserito in tutto ciò che sia cultura e conoscenza di se stessi. Un affondo in quelle che sono state le radici delle passate generazioni, dove il confronto, il semplice stare insieme significa coinvolgimento, unione, appartenenza e nello stesso tempo solidarietà. Temi che verranno toccati grazie alla musica ed alla esperienza di un congruo numero di artisti e gruppi ta i quali è doveroso menzionare Fausta Vetere, Corrado Sfogli della Nccp, o Ancia Libera, uno tra i gruppi più interessanti che suoneranno nella due giorni di Carinaro. La festa di quest’anno, infatti, “raddoppia” i momenti del ballo e del canto, che accompagneranno a partire dalle ore 18 gli appassionati ed i cittadini del nostro territorio. La struttura della festa sarà quella più tradizionale: musica cilentana, giuglianese, marcianisana, sarnese-nocerina, pugliese, nolana e pomiglianese. Tutte culture musicali legate da un comune denominatore, ma che vivono ed esprimono profonde diversità artistiche. Tra gli esponenti di spicco della festa c’è anche Marcello Colasurdo, autentico depositario della tradizione campana, tra l’altro direttore artistico di questa terza edizione. Insomma è facile immaginare l’emozione e la particolarità dell’evento, che va non solo condiviso ma anche appoggiato con ogni strumento valido, perchè la tradizione e la realtà da cui proveniamo siano lo spirito e l’anima di un modo di vivere “diverso”.

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