Camorra e rifiuti: undici imprenditori casertani indagati

di Redazione

Francesco BidognettiCASERTA. Nell’ambito di una vasta operazione Polizia di Stato e Guardia di Finanza hanno sequestrato beni per oltre 40 milioni di euro ad undici imprenditori casertani operanti nel settore dei rifiuti e ritenuti legati al clan camorristico dei casalesi, in particolare al gruppo Bidognetti, capeggiato dal boss Francesco, alias “Cicciotto ‘e mezzanotte”.

100 uomini, coordinati dai magistrati della Dda di Napoli, hanno messo i sigilli a 4 ville, 45 appartamenti, negozi, alberghi e terreni nelle zone dell’agro aversano, in particolare Cesa e Castelvolturno. Sequestrati, inoltre, numerosi conti correnti, quote societariee auto di grossa cilindrata, moto e imbarcazioni.

Via De Tilla, la casa paterna di VassalloGli indagati sono accusati concorso esterno in associazione mafiosa e di disastro ambientale aggravato dalla finalità del voler agevolare la camorra. Per la Direzione distrettuale Antimafia, questi hanno gestito in maniera illegale alcune società costituite per lo smaltimento dei rifiuti nell’interesse patrimoniale del clan dei Casalesi e, soprattutto, hanno smaltito illegalmente nel territorio campano rifiuti industriali e non provenienti dal resto d’Italia, creando un vero monopolio criminale nell’intermediazione, trasporto e smaltimento rifiuti. Gli imprenditori, dunque, hanno smaltito in modo illecito e clandestino rifiuti, da quelli urbani ai tossico-nocivi, entrati illegalmente in Campania; hanno agevolato sversamenti clandestini in discariche autorizzate per ospitare enormi quantitativi di rifiuti; tutto questo senza che i siti, comprese le discariche autorizzate, fossero messi in sicurezza per tutelare l’ambiente, quando non utilizzando terreni in zone agricole a coltivazione intensa.

Via Leopardi, casa del fratello di VassalloGli undici indagati, secondo i pm napoletani, avevano creato un monopolio d’impresa nel settore dei rifiuti abbattendo i costi di smaltimento e ricavando da questa attività risorse costanti per il clan dei Casalesi e un loro profitto personale enorme. Contestualmente ai sequestri, sono state eseguite anche perquisizioni nelle quali sono state rinvenute pistole, carabine e fucili.

L’operazione, denominata “Terra Promessa”, è stata supportata dalle dichiarazioni rese da un collaboratore di giustizia, Gaetano Vassallo, di Cesa, imprenditore nel settore dello smaltimento dei rifiuti e del turismo, di recente apparso, a volto oscurato,nellatrasmissione Annozero di Michele Santoro.Vassallo era proprietario della Novambiente Srl, che gestiva una discarica, che poi fu costretto a chiudere per le richieste di pizzo da parte addirittura di tre clan. Successivamente investì nel settore alberghiero, con il Vassallo Park Hotel di Castelvolturno, ma anche in quella circostanza la camorra gli chiese il pizzo. A quel punto decise di collaborare con i magistrati. I provvedimenti emessi dalla Dda hanno colpito anche parenti di Vassallo.

I sequestri di oggi non sarebbero da mettere in relazione con l’omicidio dell’imprenditore Michele Orsi, ucciso due domeniche fa nel corso di un agguato a Casal di Principe.

Gaetano Vassallo ad Annozero

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