Ufficio tecnico: tempi brevi solo per gli “amici”?

di Antonio Arduino

 AVERSA. Occorrerebbe aspettare tempi biblici per ottenere il via libera dall’ufficio tecnico comunale per effettuare dei semplici lavori di manutenzione ordinaria.

Lavori che per essere autorizzati richiederebbero solo la presentazione di una semplice richiesta all’ufficio competente che dovrebbe autorizzare automaticamente e in tempi brevi. Questo in teoria. In pratica, sostiene R.B., noto professionista aversano, i tempi brevi sarebbero solo per “amici” e gli “amici degli amici”. Per gli altri occorrerebbe aspettare il turno, determinato dal “numero di protocollo”, che può ritardare a dismisura la firma dell’autorizzazione. Niente di irregolare per carità, perché chi dovrebbe autorizzare, seguendo precise indicazioni di legge, rimanda la firma dell’atto chiedendo “chiarimenti” o “integrazioni” ma il rinvio dell’autorizzazione crea problemi. Ai professionisti, che verrebbero discriminati dai possibili clienti, i quali preferirebbero indirizzare ad altri le loro richieste, non potendo avere certezze sui tempi di lavoro. Alle maestranze impegnate nei lavori che, non avendo certezze sul quando sarà avviato il cantiere, per tenersi sempre pronte sarebbero obbligate a rinunciare ad altri ingaggi. Una realtà che non vivrebbero i professionisti amici o amici degli amici che, in caso di bisogno, si farebbero portare per mano nell’ufficio competente, entrando subito nella stanza dei bottoni e ottenendo in tempo reale ogni autorizzazione.

Possibile che le cose stiano così? Abbiamo provato a girare la domanda al responsabile del settore, ma è stato letteralmente impossibile entrare in contatto con il funzionario. Così abbiamo chiesto chiarimenti all’alleanzino Michele Galluccio, consigliere comunale, componente della commissione urbanistica. “Certo – dice – capita che un amico ci domandi notizie su una pratica presentata all’ufficio tecnico e che, di conseguenza, noi si chieda agli addetti a quale punto sia la situazione, ma niente di più. Mi sembra difficile – conclude – che si possa parlare di discriminazioni e corsie preferenziali”. Certamente è così. Ma per dissipare ogni dubbio e prevenire ulteriori proteste future il responsabile dell’ufficio potrebbe dettare dei tempi di attesa per ciascun tipo di richiesta, permettendo ai professionisti di avere certezze che non siano affidate a un semplice “numero di protocollo”.

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