Orabona scrive a Berlusconi: “Che fine faranno i consorzi?”

di Antonio Taglialatela

Isidoro OrabonaAVERSA. Il presidente del consorzio Ce2/GeoEco, Isidoro Orabona, scrive al premier Silvio Berlusconi e al sottosegretario all’emergenza rifiuti Guido Bertolaso per chiedere delucidazioni sullo scioglimento dei consorzi previsto dall’ultimo decreto legge approvato lo scorso 23 maggio.

All’articolo 11, comma 8, infatti, il decreto parla dei consorzi di bacino delle provincie di Napoli e Caserta “sciolti e riuniti in un unico consorzio” e, nel contempo, “affida la gestione ad un soggetto da individuarsi con successivo provvedimento del Sottosegretario di Stato”. Pertanto, anche in vista della gestione quotidiana, di ordinaria e straordinaria amministrazione, Orabona ha chiesto di sapere se lo scioglimento è da considerarsi con decorrenza immediata dalla pubblicazione del decreto oppure se è necessario attendere un atto formale di scioglimento e riunione in un unico consorzio.

“Nell’ipotesi di scioglimento ex lege, – scrive Orabona, che a suo parere sembra l’unica interpretazione possibile – chiediamo di conoscere se è necessario avviare una procedura interna di liquidazione del consorzio o che tipo di adempimenti sono richiesti come prodromici alla concretizzazione delle disposizioni di cui al citato art. 11, comma 8; ovvero, ed ancor prima, quali poteri spettano agli organi che compongono la struttura organizzativa del consorzio sciolto ex lege”. Orabona si chiede: “Continua ad operare legittimamente l’assemblea dei soci o, per effetto di una sorta di fusione per incorporazione, i soci del consorzio sciolto diventano membri di una nuova assemblea con partecipazione, evidentemente rivista nelle proporzioni, all’interno del nuovo ed unico mega-consorzio? E quali poteri spettano al Consiglio di Amministrazione? Solo poteri di ordinaria amministrazione ovvero tutti i poteri connessi ad una gestione che non risente dello scioglimento ex lege?”.

In conclusione, Orabona auspica una sollecita risposta dalle autorità interessate, al fine di “poter, senza indugi e con consapevolezza, continuare ad operare per contribuire alla soluzione della crisi dei rifiuti in Campania”.

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