Commercio, Pollini preoccupato per aree Texas e Cappuccini

di Nicola Rosselli

Maurizio PolliniAVERSA. “Abbiamo concreto timore che in questo periodo di vacanze si possa verificare nuovamente un episodio come quello dell’estate scorsa, quando fu rilasciata l’autorizzazione a realizzare un centro commerciale nell’area Texas di Aversa.

Questa volta. Oltre a temere una replica per la stessa area Texas, temiamo anche per la zona Cappuccini dove si parla con insistenza di un altro centro commerciale i cui proprietari avrebbero addirittura vinto un ricorso al Tar Campania contro il diniego del Comune”.

A parlare, ancora una volta, il presidente cittadino e vicepresidente provinciale della Confesercenti aversana, Maurizio Pollini, che continua: “Siamo di fronte ad atti gravissimi, per i quali già abbiamo chiesto un incontro urgente con il sindaco Ciaramella e siamo intenzionati a rivolgerci anche al prefetto perché questa decisione coinvolge 1800 commercianti aversani, ma anche molti altri esercenti dell’intero agro aversano. I negozi portano ricchezza alle casse comunali, per questo l’amministrazione dovrebbe avere una maggiore attenzione per il commercio, privilegiando i centri commerciali naturali per i quali ci sono anche fondi sia regionali che europei”.

Per il rappresentante dei commercianti aderenti alla Confesercenti, inoltre, questa situazione di incertezza deriva dal fatto che “manca un Siad (piano commerciale, ndr). Sette anni fa, quando c’era ancora il commissario dopo la crisi della giunta Golia, iniziammo a parlare di piano commercio. Riunioni con diversi assessori fino a giungere a un Siad che fu mandato alla Regione Campania per l’approvazione, ben sapendo, però, che sarebbe stato bocciato visto che non era in linea con i dettami regionali. E così fu. Quel piano respinto al mittente non è mai stato modificato come richiesto dall’ente di via Santa Lucia. Questa omissioni blocca un intero settore, il primo dell’economia cittadina”.

E che tiri aria di crisi lo si vede da decine e decine di annunci di sconti. Eppure i saldi iniziano il 2 luglio. “È vero. C’è sempre chi (legittimamente, utilizzando altri strumenti come il ‘rinnovo locali’, parte prima). Ma – conclude Pollini – questa volta il fenomeno è più eclatante. Se da un lato va stigmatizzato, dall’altro va anche compreso perché i commercianti sono in crisi di liquidità. Oggi i saldi iniziano con i campionari ancora intonsi e non quando sono alla fine, come avveniva prima, perché anche i cittadini non comprano per una crisi che è generale, ma che si riflette soprattutto sul commercio e in particolare su quei negozi che non vendono beni di prima necessità”.

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