Via il decreto “salva Rete 4”. Fede: “E’ ridicolo”

di Antonio Taglialatela

Emilio FedeROMA. Mattinata di scontro aperto tra maggioranza e opposizione sul cosiddetto decreto “salva Rete 4” che avrebbe l’obiettivo di salvare, appunto, dal trasferimento sul satellite la terza rete televisiva del gruppo Mediaset.

Scontro che, alla fine, dopo un lungo dibattito tenuto alla Camera all’insegna dell’ostruzionismo, ha visto il governo cedere. Dal decreto legge sull’attuazione degli obblighi comunitari, dunque, sarà eliminato e riformulato il comma 3 contestato dalla minoranza, secondo la quale “sanerebbe” la posizione di Rete 4 nella vertenza avviata da Europa 7 sulle frequenze, consentendo alla rete Mediaset di sopravvivere in chiaro fino all’eliminazione dell’analogico, programmata nel 2012. Ad annunciare la decisione del governo è stato il sottosegretario allo Sviluppo con delega alle Comunicazioni, Paolo Romani, che si è dichiarato disponibile ad un incontro per chiarire la vicenda. Secondo Romani, infatti, vi è stata “una cattiva interpretazione della norma”. Nel frattempo, l’Unione Europea fa sapere che la procedura di infrazione aperta nei confronti dell’Italia sulla normativa per l’assegnazione delle frequenze televisive, introdotta con la cosiddetta Legge Gasparri, “resta ancora sotto esame”.

Sulla questione è intervenuto anche il direttore del Tg4, Emilio Fede: “Che il centrosinistra voglia favorire Europa7 a scapito di Rete 4 non ci sono dubbi. E anzi ci sono motivi che non dico ma tutti sanno. Ma il mio invito al Parlamento è un altro: piantatela, perché la gente e l’opinione non capisce e si aspetta dal Parlamento ben altre discussioni. Il Paese ha problemi davvero grandi e che, subito dopo l’insediamento, il governo debba subire l’assalto dei cani pastore abruzzesi dà il voltastomaco. Questa faccenda è ridicola perché il digitale terrestre è per sua natura aperto a tutti. E sono fiducioso che la cosa si risolverà perché per fortuna nel centrosinistra ci sono anche persone serie come Veltroni, che credo apprezzi la cultura del fare e del dialogo di questo governo, o D’Alema, che ha sempre riconosciuto che Mediaset è un bene inalienabile del Paese. Al massimo – concludeFede – bisognerà che qualcuno regali una tv a Di Pietro. Sennò il pastore abruzzese continuerà a volerci azzannare i polpacci tutti i giorni”.

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