Istat: cresce l’immigrazione da sud a nord

di Redazione

immigratiMentre il “made in Italy” ha resistito all’onda d’urto della crisi, l’occupazione continua a crescere in certi settori industriali, molte imprese, iniziando dal comparto tessile, cominciano a ricuperare la competitività internazionale.

Dall’altro lato, riprende a ritmo vertiginoso l’immigrazione da sud verso nord. Nel rapporto annuale presentato dall’Istat è stato messo in luce il crescente fenomeno migratorio, segno che al sud le cose sono peggiorate. Oltre all’immigrazione dai paesi extracomunitari, quella interna è un’altra piaga che continua inesorabilmente da mezzo secolo senza mai arrestarsi. Il nord est è la meta preferita dei tanti siciliani, campani e calabresi in cerca di un lavoro. Tra gli anni 2002 fino al 2005 si registrano 1,3 milioni di persone che hanno abbandonato le loro origini spostandosi verso le regioni del nord. A differenza di allora non sono più i grandi gruppi industriali come la Fiat ad essere presi di mira per ottenere un lavoro, gli spostamenti sono indirizzati, soprattutto, verso le regioni del Veneto, Emilia Romagna e Marche. Chiaramente il fenomeno mette in primo piano quello che da sempre è il problema del Mezzogiorno: il lavoro che non c’è mai. I numeri dell’Istat sono chiari: il divario economico è molto ampio, il numero d’imprese è di 127 per il nord, 124 per il centro Italia, 88 in tutto il Mezzogiorno. Per quanto concerne i posti di lavoro, il discorso non cambia: al nord nel settore privato è di 545, nel centro 466, nel mezzogiorno 274. Questi numeri sono riferiti ai residenti in età media che vanno da 15 a 64 anni per mille abitanti. Anche nelle retribuzioni le cose non vanno meglio, l’Italia ha una crescita inferiore rispetto agli altri Paesi europei, che hanno visto aumentare gli stipendi sei volte rispetto a quelli italiani. Il divario tra le due parti d’Italia continua ad esserci, nessuna politica è riuscita a porre fine ad una divergenza che ha causato molti malesseri nel Mezzogiorno. Continua così un fenomeno migratorio che al centro ha sempre avuto il lavoro come causa dei tanti spostamenti. La politica non ha optato per l’attivazione di strumenti che garantissero il lavoro sicuro anche al Mezzogiorno, orientandosi, invece, su un sistema basato esclusivamente sull’assistenzialismo che non ha creato alcuno sviluppo ma solamente clientelismo politico.

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