Grazzanise, Coppola: “Aeroporto del miraggio!”

di Redazione

Alberto CoppolaGRAZZANISE (Caserta). L’intervento dell’avvocato Francesco Martino ha riaperto il dibattito sull’aeroporto di Grazzanise. Riceviamo e pubblichiamo le considerazioni dell’architetto Alberto Coppola, docente di legislazione urbanistica.

La mia generazione, nella liturgia del compimento dei 18 anni che allora non contemperava il raggiungimento della maggiore età, prevedeva, in occasione dell’ultimo anno delle scuole superiori, il “battesimo del volo”, a carico dell’Aeronautica Militare che intendeva, così, attrarre nuovi potenziali allievi piloti da avviare alla carriera militare e consentire, contemporaneamente, ai meno fortunati di avere la possibilità, per la prima volta nella loro vita, di volare. A me questa opportunità capitò nel 1970, con tutta la 3^ classe liceale presso l’Aeroporto di Grazzanise, su un C 130, adibito “al trasferimento truppe aviotrasportate”. L’ufficiale che ci accompagnava, tra le spiegazioni tecniche dell’aereo e quelle patriottiche che motivavano l’arruolamento di qualcuno di noi ( per incidens non ne arruolò neanche uno!) ci comunicò, con tono sicuro e perentorio, che, nel giro di qualche anno, l’aeroporto di Grazzanise sarebbe stato dismesso ed abbandonato dall’Aeronautica Militare per passare all’Aviazione civile, tenuto conto “della pericolosità dell’Aeroporto di Capodichino e della necessità di dotare la regione Campania, e l’intero sud d’Italia, di un nuovo e moderno aeroporto intercontinentale”.

Alla fine degli anni ’60, infatti, era appena finita la querelle che contrapponeva i fautori di un trasferimento dell’Aeroporto da Capodichino a Lago Patria, capeggiati dall’onorevole Pasquale Schiano, ed i tifosi del trasferimento a Grazzanise, con la pattuglia di parlamentari della provincia di Caserta. La spuntarono questi ultimi, anche per migliori condizioni obiettive a favore della provincia di Caserta rappresentate dall’esistenza già delle piste di volo a Grazzanise, per una maggiore lontananza dall’area metropolitana, per una posizione logistica migliore e più sicura con un accesso diretto dal mare. Si scelse, quindi, una soluzione tecnicamente più valida, economicamente meno impegnativa (l’area prevista per l’insediamento era già, in buona parte, di proprietà del Demanio dello Stato) e di più facile e veloce realizzazione. Uno dei motivi per cui si tendeva a scegliere una soluzione di più veloce realizzazione era dettata dalla scarse condizioni di sicurezza dell’Aeroporto di Capodichino. In quegli anni per l’aeroporto napoletano transitava circa 1 milione di passeggeri l’anno, ed intorno al sedime aeroportuale abitavano circa 200 mila persone.

Nell’aeroporto convivevano aviazione civile e militare. Insediato nel 1910 e diventato avamposto militare nel 1918, l’aeroporto fu aperto al traffico civile nel 1950. Oggi, a circa 100 anni dal suo insediamento, intorno all’aeroporto di Capodichino vivono circa 400 mila persone (tutte le medie città intorno poste nel raggio di qualche km. di distanza dall’ aeroporto sono diventate grandi città – Casoria, Afragola, Arzano, Acerra, Casalnuovo, Cercola, Volla, Melito) e nei quartieri urbani di Poggioreale, Ponticelli e Secondigliano si sono insediati 30 mila nuovi abitanti sia per gli interventi della ricostruzione post-terremoto sia per un incremento demografico naturale, nell’aeroporto transitano circa 5 milioni di passeggeri l’anno(erano 4 milioni nel 2000 ); inoltre, nel sedime aeroportuale convivono aviazione civile, aviazione militare, aeroclub, insediamento della U.S. Navy. Periodicamente si torna a parlare di Grazzanise, ma solo per effetto-annuncio di qualche studio di fattibilità presentato; i risultati ed i fatti depongono per una farsa che va avanti da 40 anni.

La stessa Regione, cui spetta programmare, coordinare e promuovere tali tipi di interventi, dimostra di non crederci più tanto è vero che, tra i tanti effetto-annuncio, ha annunciato di voler chiudere l’anello della ferrovia metropolitana urbana collegando il sistema su ferro all’aeroporto di Capodichino entro il 2012. Al di là del rispetto o meno di tali tempi ( l’esperienza su altre tratte della rete urbana su ferro autorizza qualche dubbio!) chiara è la volontà di continuare a considerare Capodichino unico aeroporto della Regione; viceversa ci si troverebbe di fronte ad una programmazione senza senso se si pensasse che il sedime aeroportuale vada dismesso prima o poi. Inoltre una rivista del settore (Edilizia e Territorio ) ha recentemente pubblicato tutti gli interventi di adeguamento ed ammodernamento in corso a Capodichino per un totale di 76,680 milioni di euro.

Perchè si effettuano questi interventi se si crede che l’aeroporto si deve spostare? Ancora sprechi o farsa-Grazzanise? E pensare che l’ubicazione a Grazzanise era presente già nelle “opzioni Cascetta”, unico studio di vera programmazione territoriale regionale dagli anni ’70, mai attuato. Si dia il caso che il Cascetta delle opzioni era uno squisito Presidente di Giunta regionale della prima repubblica!

Dimostri, finalmente, la Regione fatti e non semplici annunci; l’Amministrazione provinciale di Caserta su questo tema, cruciale per l’economia di Terra di lavoro, dia un segno di vita e non si dimostri ancora una volta succube della volontà napolicentrica della classe dirigente regionale. Capodichino è pericoloso, e, dopo 15 anni di sole chiacchiere, si dimostrino fatti e risultati.

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