La Fials boccia il piano ospedaliero dell’Asl Ce2

di Antonio Arduino

Salvatore StabileAVERSA. La Fials boccia il piano ospedaliero aziendale presentato all’assessore regionale alla sanità Angelo Montemarano dalla direzione generale dell’Asl Ce2.

Per Salvatore Stabile, segretario provinciale e componente della direzione nazionale dell’organizzazione dei lavoratori leader nella seconda azienda sanitaria casertana, “si ha la sensazione che con questo piano si intenda favorire l’ospedalità privata”. E non è un modo di dire per l’esponente sindacale che dimostra la sua tesi facendo dei semplici conti. “Se è vero come è vero – spiega – che per far fronte ad una esigenza di contenimento dei costi la Regione Campania ha dovuto ridurre il numero dei posti letto quantificati nel vecchio piano ospedaliero in 5, 2 per ogni mille abitanti a 4, 2 una semplice divisione ci permette di affermare che ai quattro ospedali della nostra azienda sanitaria spetterebbero complessivamente 1991 posti letto dato che garantiscono assistenza a circa 500 mila utenti. Considerando che il piano redatto dalla manager ne prevede invece soltanto 520 ne viene di conseguenza che la restante parte sarà coperta dalla ospedalità privata, insomma da cliniche e case di cura convenzionate”. Ma non è tutto. Per il responsabile della Fials, che ha trasmesso le sue osservazioni sia al direttore generale dell’Asl, sia all’assessore regionale alla sanità e al presidente della commissione regionale sanità, la direzione strategica della Ce2 avrebbe inspiegabilmente depotenziato, riducendo il numero di posti letto, unità operative che presentando alti indici di occupazione andrebbero invece incrementate. “Ed è andata così anche per i Dipartimenti che – continua Stabile – dovrebbero servire a razionalizzare le risorse ma invece vengono inspiegabilmente ridotti. Inoltre quelli territoriali vengono erroneamente inseriti nel piano di riordino ospedaliero, con conseguenze negative sul numero totale di posti letto”. L’esempio lampante per Stabile è rappresentato dai posti letto “reni”, destinati all’attività dialitica. “Sono posti letto – dice – che non vanno inseriti nella rete ospedaliera essendo di tipo territoriale. Averli compresi in quel settore è un errore di valutazione che riduce ulteriormente i posti letto totali disponibili per l’ospedalità pubblica”. “Tali semplici riflessioni – continua – inducono a pensare che l’attuale dirigenza prediliga la sanità privata rispetto a quella pubblica”. “Scelta che la Fials considera sicuramente miope, in quanto – conclude Stabile – la mancanza di programmazione e di conseguenti investimenti che portino all’aumento dei posti letto negli ospedali farà lievitare, nel tempo, spropositatamente la spesa”.

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