Alitalia verso l”epilogo?

di Redazione

Berlusconi-PutinIl governo Prodi, ancora in carica per adempiere ai compiti istituzionali ha dovuto provvedere con un decreto per sostenere la cassa desolatamente vuota della Alitalia, che continua a perdere un milione di euro al giorno.

La somma che il Governo ha impegnato è di 300 milioni di euro, secondo la richiesta di Berlusconi che, attraverso Gianni Letta, ha voluto un prestito così alto per avere il tempo per assumere la carica di presidente del Consiglio ed affrontare secondo la sua impostazione la vicenda della compagnia di bandiera italiana.

Come avevamo ampiamente previsto nei nostri articoli precedenti l’Air France si è ritirata, la crisi è gravissima e il fallimento è in atto. Oltre 18.000 posti di lavoro tra diretti e collegati sono in discussione mentre ogni cittadino italiano, continuerà a pagare per un disastro economico e finanziario di cui non si vede la fine. Solo in questi primi quattro mesi del 2008, sono stati stanziati dal Governo 173 milioni di euro per ricapitalizzare la Compagnia, altri 53 di restituzione di fondi a cui vanno aggiunti quelli previsti dal decreto appena varato, per una somma complessiva di 523 milioni di euro. Una cifra enorme pagata sull’altare della demagogia dei Sindacati, sull’arroganza delle istituzioni di Milano e della Lombardia che hanno fatto una battaglia in difesa di Malpensa, il progetto sbagliato di una imprenditoria in cerca di speculazioni in mancanza di mercati.

Non è un caso che è saltato fuori il nome di Salvatore Ligresti, costruttore ed immobiliarista milanese, che arrestato e condannato per tangentopoli, dopo aver scontato una pena a due anni e quattro mesi di reclusione, è attualmente presidente di Premiafin, una finanziaria che detiene i pacchetti di maggioranza di Fondiaria assicurazioni, della SAI, controlla partecipazioni in Medio Banca ed è presente nella Società RCS che controlla il Corriere della Sera. Antico concorrente del Cavaliere, è oggi un importante riferimento di quel gruppo di imprenditori che si muovevano attorno alla Milano di Craxi e che si sono ritrovati uniti insieme al prossimo presidente del Consiglio.

L’altro amico che Berlusconi ha messo in movimento è stato Putin con la richiesta più o meno esplicita di far intervenire Aerflot, la compagnia russa per partecipare ad una cordata di salvataggio per Alitalia. Con buona pace dell’orgoglio nazionale tanto sbandierato in campagna elettorale dalla destra italiana. La vecchia compagnia sovietica, ancora sotto controllo dell’ex agente del servizio segreto comunista Putin, è migliore della Compagnia europea francese il cui Presidente è sicuramente più vicino alle posizioni politiche del nostro centro sinistra.

Quante contraddizioni, dietro questa vicenda, quante sciocchezze dette e ripetute solo per difendere la indifendibile posizione di un aeroporto costruito in un posto sbagliato e che non rappresenterà mai un investimento economicamente valido. Il vero paradosso che si è verificato in questo paese è che coloro che hanno sbagliato in economia, che hanno provocato disastri economici enormi, che utilizzano al nero i lavoratori immigrati, chiedendone al tempo stesso l’allontanamento, che non hanno pagato le tasse e non vogliono pagarle, che sono inquinatori e sono contro i diritti dei lavoratori, hanno ottenuto tutti i voti utili per governare per i prossimi anni, mente quelli che hanno lavorato come le formiche per rimettere in sesto il paese sono stati cacciati via malamente.

Per quanto faranno nei prossimi mesi i sindacati, per quanto potranno immaginare gli imprenditori milanesi ed il Governo, il disastro per il trasporto aereo italiano è enorme e senza nessuna possibilità di ripresa. Nessuno ha riflettuto sul fatto che la società europea Air France – Klm, metteva a disposizione per l’acquisto di Alitalia una somma di oltre dieci miliardi di euro, che adesso restano nelle disponibilità della società che per reggere alla concorrenza sempre più agguerrita dovrà trovare nuovi partners guardando con necessario interesse la compagnia aerea inglese o quella tedesca, andando ad occupare gli spazi che nel frattempo gioco forza sta abbandonando l’Alitalia.

Quando questa vicenda sarà finita, registreremo la nascita di una grande compagnia aerea completamente europea, con l’uscita fuori da qualsiasi grande operazione dei vettori italiani che saranno presenti in maniera ridimensionata sulle tratte di piccolo cabotaggio.

Il dramma vero riguarderà Malpensa, che per quanto potrà reggere assistito dagli investimenti pubblici a lungo andare risulterà un problema per lo sviluppo della Regione Lombardia, allora bisognerà vedere quale ricco imprenditore del Nord avrà i soldi e la competenza necessaria per rimettere in sesto uno sfascio economico che oggi si annuncia.

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